Il mondo in stop-motion di Stefano Bessoni in mostra a Pescara

L'esposizione di Stefano Bessoni si sviluppa durante Cartoon on the bay, il più importante festival italiano dedicato all'animazione

Tra burattini, illustrazioni e film, all’Aurum di Pescara prenderà il via una mostra dedicata ai lavori di animazione stop-motion realizzati da Stefano Bessoni. Regista cinematografico, scrittore, illustratore e animatore, appassionato di entomologia, anatomia, fiabe e storia della scienza, Bessoni dà forma ai suoi personaggi a partire dal concetto di wunderkammer, nutrendosi di suggestioni macabre che richiamano il perturbante. L’esposizione Stefano Bessoni. Stop-motion e altre scienze inesatte, a cura di Lorenza Fruci, presenta al pubblico questo immaginario e si sviluppa nel quadro di Cartoons on the bay 2024, il più importante evento italiano dedicato all’industria dell’animazione e dei contenuti per ragazzi.

Per l’artista la stop-motion è l’anima nera dell’animazione sia per i temi che affronta, che sconfinano spesso nel gotico e nel misterioso, sia per l’uso di materiali per la creazione dei burattini, come ossa, stracci, oggetti recuperati. Dal film Krokodyle ai libri illustrati Canti della Forca, Pinocchio e Le Scienze inesatte, la mostra è un viaggio nell’immaginario di Stefano Bessoni, che unisce wunderkammer e discipline anomale, anatomia e zoologia, fiabe nere e procedimenti occulti.

«Tanti anni fa, quando cominciai a voler fare cinema ero concentrato su film con attori in carne ed ossa, con un grande dispiego di effetti speciali e di post-produzione digitale, ma poi andando avanti negli anni e portando avanti anche l’attività d’illustratore ho cominciato ad appassionarmi all’animazione stop-motion, tecnica che consiste nel riprendere dei burattini muovendoli fotogramma dopo fotogramma davanti alla macchina da presa», racconta il regista. «Sperimentando e scoprendo tanti autori – prosegue – mi sono reso conto che la stop-motion è la parte nascosta dell’animazione, quella più misteriosa, oscura, perturbante, quella che le persone “normali” generalmente cercano di evitare e che spesso frettolosamente tendono a etichettare come inquietante. Ma se si perde quella ritrosia ingiustificata, quel timore iniziale che a volte può infondere sensazioni sbagliate, si potrà scoprire un mondo meraviglioso, forse un po’ sinistro, ma sicuramente affascinante, poetico e coinvolgente».

Una ricerca, quella di Stefano Bessoni, che prende le mosse dagli strumenti del mestiere. «Spesso i materiali prediletti degli autori che fanno stop-motion sono le ossa, gli stracci, i vecchi balocchi e gli oggetti dimenticati in soffitte polverose e i temi affrontati sconfinano spesso nel gotico e nel macabro», spiega Bessoni. «Quindi tutto questo mi ha fatto capire che è in assoluto la tecnica migliore per raccontare le mie storie e assecondare le mie inclinazioni espressive». E pensando al futuro, aggiunge: «Vorrei realizzare dei film che trovino un punto d’incontro tra i film di Tim Burton e quelli di Švankmajer e dei Quay Brothers, utilizzando burattini fabbricati seguendo le mie illustrazioni, ma calati anche in una scenografia fatta di oggetti reali, scheletri veri, insetti, giocando creativamente con la scala ridotta e inventando soluzioni visive con un sapore artigianale».

La mostra Stefano Bessoni. Stop-motion e altre scienze inesatte a cura di Lorenza Fruci sarà aperta al pubblico dal 30 maggio al 1° giugno 2024.

info: cartoonsbay.rai.it

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