Negli spazi di Matèria, la galleria romana fondata nel 2015 da Niccolò Fano, prenderà il via OVERTON WINDOW, un nuovo ciclo espositivo visibile anche ai passanti. Le mostre, che saranno ospitate nella vetrina su strada, punteranno i riflettori sull’arte digitale e on-chain e sono state sviluppate nell’ambito di una collaborazione tra la galleria e Re:humanism, la piattaforma curatoriale che Daniela Cotimbo ha fondato con lo scopo di esplorare le relazioni tra cultura umanistica e scientifica, con un focus particolare sull’intelligenza artificiale. A inaugurare il nuovo progetto sarà, il 30 maggio, la personale dell’artista romana Federica Di Pietrantonio.


OVERTON WINDOW nasce con il proposito di indagare le possibilità derivanti dalla nostra relazione simbiotica e in rapida evoluzione con la tecnologia. Il progetto, infatti, accende i riflettori su quegli artisti dal percorso ibrido, con l’obiettivo di sfruttare il potenziale dirompente delle tecnologie AI e blockchain, aprendo la strada a nuovi modelli di produzione artistica. In più, il ciclo espositivo offre agli artisti – locali e internazionali – non solo una piattaforma e una struttura di supporto per la sperimentazione all’interno di un panorama tecnologico in costante evoluzione, ma anche uno spazio di dialogo con il pubblico, proprio a partire dal concetto della “mostra in vetrina”. Filo conduttore dell’intero progetto, pensato come un ciclo di installazioni, è il concetto di nuove mitologie del digitale.

OVERTON WINDOW prenderà il via il 30 maggio, e comincia con l’artista romana Federica Di Pietrantonio, più volte finalista al Talent Prize e vincitrice, nella XIII edizione dello stesso concorso, del premio Emergenti di Fondazione Arte e Cultura. Vicina ai linguaggi del digitale, Di Pietrantonio presenterà a Matèria il suo progetto Solo, un’opera di machinima realizzata a partire dalla manipolazione di scenari del videogioco The Sims, parte dall’osservazione dei meccanismi di autorappresentazione del corpo su piattaforme social come Twitch, TikTok e invita a riflettere sulla transitorietà delle icone contemporanee.


L’opera è caratterizzata da un avatar dalle sembianze queer – spesso utilizzato dall’artista come alter ego sintetico – che si muove in un ambiente digitale liquido. Incarnando gli immaginari estetici delle piattaforme social, l’avatar fa emergere sullo sfondo uno scenario fatto di solitudine e introspezione, che spingono la figura a dissolversi e a unirsi all’ambiente. Attraverso questo progetto Di Pietrantonio indaga i cambiamenti epocali apportati dalle piattaforme digitali all’immaginario contemporaneo, invitando il pubblico a riflettere sulle possibilità di ripensare l’idea di scultura nell’estensione video, non più indissolubile nel tempo.

info: Matèria Gallery Rome