All’Interporto di Bologna 11 nuove opere di arte urbana

L’urban art museum di Prologis collabora con 11 artisti internazionali chiamati ad affrescare le nuove facciate dell’Interporto

L’arte urbana giunge all’Interporto di Bologna negli spazi del museo di Urban Art, con un nuovo progetto di valorizzazione del paesaggio cittadino promosso da Prologis. Presentato al Cinema Anteo di Milano, il nuovo programma artistico curato da Enrico Sironi, vede la collaborazione di 12 artisti internazionali – Giorgio Bartocci, SteReal, Luca Font, Mr.Thoms, Caktus & Maria, Gio Pistone, Ale Senso, Nulo, Kiki Skipi, Hemo (Sironi stesso!) – ai quali sono stati commissionati altrettante opere per il park di proprietà del leader dell’immobiliare, che dal 2023 porta avanti l’ambizioso piano di ampliamento del museo di arte urbana a cielo aperto.

Sono 11 i nuovi macro dipinti ideati per il parco che si andranno ad aggiungere ai 4 già presenti sulle facciate dei grandi edifici dedicati alla logistica, così da completare un percorso artistico dove lo spazio è protagonista. Il dialogo tra paesaggio e forma si rivela sin da subito nell’uso di appositi container messi a disposizione degli artisti da Interporto Bologna Spa e disposti in luoghi strategici del museo, utili a sostenere un secondo dialogo che vede l’esistente ed il nuovo interagire in uno scenario comune. Gli artisti hanno tutti un background diverso ma accomunati dallo stesso concetto di ‘’riempimento del vuoto’’, un vuoto che in questo caso è rappresentato dalle mura originarie dei container, spoglie di immagini e figure, sui quali gli 11 protagonisti sono intervenuti con disegni, linee e tinture vibranti che restituiscono all’arte urbana la capacità di riqualificare uno spazio lavorando proprio sulle possibilità che questo offre grazie alla collaborazione con Interporto.

A tal riguardo le parole di Sandro Innocenti, senior vice president e country manager Prologis che ha affermato di aver «voluto proseguire nella costruzione di un percorso museale di arte urbana presso il nostro parco logistico di Bologna che fosse in grado di raccogliere in un unico luogo una diversità di interpretazioni in uno spazio inclusivo». L’apertura dello spazio non è solo simbolo di condivisione ma anche di interazione tra artista e pubblico. Ogni opera raggiunge delle dimensioni inedite, che superano quelle dell’opera precedente, guidando l’occhio dello spettatore in una narrazione artistica che avvolge lo sguardo «superando il reale», come spiega Hemo.

Con l’arte, gli artisti travalicano il concreto e rendono l’immaginazione non più un costrutto ideale e personale ma materia con la quale esprimersi. Si può dire che le dimensioni sono fondamentali per la realizzazione delle opere, una delle quali rappresenta un primato per l’arte urbana in Italia. Si tratta di Panorama vibrante di Joys, esposta nel parco di Prologis dal 2023 e che con i suoi 2000 di superficie è la più grande opera di urban art mai realizzata nel Paese.

Seguono le altre tre: Bologna 01 di Moneyless, Carosello di Etnik e Bella bugia brutta verità di Zed1, tutte originarie del primo anno di apertura del progetto espositivo. L’unico macro tema, che funziona da filo di congiunzione tra un opera e l’altra, è quello dell’attenzione ai valori dell’ambiente, della cultura e della natura. Tutti valori che affermano Prologis nello scenario artistico, con il ruolo di propulsore di un nuovo movimento di arte che della funzionalità fa il suo principio.

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