L’astrattismo di Julie Mehretu in mostra a Venezia

La Pinault Collection e Palazzo Grassi ospitano una delle più grandi artiste dei nostri tempi

L’Ensemble di Julie Mehretu in mostra a Palazzo Grassi (Venezia) è esattamente ciò che dal titolo propone di essere: una visione d’insieme, una panoramica dei lavori dell’artista e dei cambiamenti subiti nelle varie fasi del suo percorso artistico. La mostra si estende per le trenta sale del meraviglioso Palazzo ed è divisa in capitoli scanditi dai periodi in cui è possibile accomunare per caratteristiche o tematiche le opere di Mehretu: 2001-2011, 2012 – 2016; 2016 – 2021; e da altri in cui, invece, ci si sofferma su specifiche opere. 

Julie Mehretu​, TRANSpaintings, 2023-2024, Courtesy of the artist and White Cube. Installation view, “Julie Mehretu. Ensemble”, 2024, Palazzo Grassi, Venezia. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi, Pinault Collection

Dividere una mostra in capitoli, in alcuni casi, è molto più pertinente di quanto si immagini. Vedere le opere di Julie Mehretu da esattamente la sensazione di leggere un libro o, meglio, di entrarci. Entrare in un libro e poter comunque sfogliarne le pagine o anche entrare in una musica e poterne leggere gli spartiti, pur senza essere musicisti. 

Le linee, i colori, le architetture quasi invisibili e le presenze fantasmatiche di Mehretu, caratteristiche del suo personale astrattismo, rimandano in modo chiaro e a tratti spiazzante, un turbinio di emozioni. 

Difficile spiegare un’artista così complessa e sofisticata come si può ben intuire guardando le sue tele che non sono solo semplici tele ma hanno più la caratteristica del terreno. Sono stratificate, complesse, un susseguirsi di tecniche pittoriche e di stampa che via via nel corso della sua pratica artistica, Julie Mehretu ha affinato e migliorato lavorando anche con grandi artisti, perché è di questo che si tratta, come il maestro stampatore danese Niels Borch Jensen. 

L’artista alterna l’uso di tecniche pittoriche nuove e sofisticate ad altre antichissime come l’acquaforte, risalente al XVIII secolo quando ancora era definita “incisione acquerellata”. 

Installation view, “Julie Mehretu. Ensemble”, 2024, Palazzo Grassi, Venezia. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi, Pinault Collection

È utile però attraversare le opere stesse per poter comprendere con maggiore chiarezza la quantità di temi e riferimenti culturali contemporanei e non, come quelli biblici, che popolano i disegni dell’artista. 

«Un disegno ha la capacità di agire. Credo veramente che un disegno cresca, agisca, costruisca, che interpreti un ruolo». Questo ciò che afferma l’artista sull’importanza di quei disegni che possiamo vedere avvicinandoci alle sue opere, che sono spesso sottostanti, quasi invisibili ma producono una rete che viaggia sotterranea ai colori, alle linee e ai segni degli strati superiori ma che, in un certo qual modo, li guidano. Lo si può notare in opere come Black city (2007), Chimera (2013), Epigraph – Damascus (2016) in cui le architetture, più o meno visibili, sono la struttura e la realizzazione della concezione dello spazio dell’artista: «Credo che l’architettura rifletta le macchinazioni della politica e per questo mi interessa in quanto metafora di quelle istituzioni. Si tratta di spazio ma anche di spazi di potere, di idee di potere». 

Mehretu si muove con le sue opere nel tempo e nello spazio; in un tempo fatto di passato, presente e futuro attraverso i quali lei sembra poter viaggiare senza problemi e in uno spazio esistente o non più, che l’artista sfoca, sfuma e modifica ma che continua a rimandare la potenza del suo essere stato vivo.

Ensemble è una mostra intensa e difficile da rimandare a parole ma che, una volta vista, spiega da sé ciò che, a quanto pare, spesso non riusciamo a dire a parole.

Julie Mehretu, Ensemble
Pinault Collection – Palazzo Grassi, Venezia

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