L’universo artistico di Pino Pascali a Fondazione Prada

A Fondazione Prada si inaugura la retrospettiva dedicata all’artista tra gioco, immaginazione e materia

Pino Pascali, exhibition view at Fondazione Prada, Milan. Courtesy Fondazione Prada.
Photo Roberto Marossi

Ironico, materico e mutante, tutto questo è Pino Pascali, il grande maestro dell’Arte Povera scomparso prematuramente a 33 anni nel 1968, al quale viene dedicata la retrospettiva che porta il suo nome negli spazi di Fondazione Prada a Milano dal 28 marzo al 23 settembre. Il curatore Mark Godfrey, in una nota stampa, definisce la mostra come “a più scomparsi” per via della sua struttura divisa in quattro parti dove vi si scorge uno scenario comune tutto italiano, e dove i simboli di città come Roma, dalle rovine di una colonna agli archi del colosseo, ricorrono nelle prime sale all’ingresso.

Come più volte ribadito da Godfrey la mostra è stata resa possibile da una collaborazione tra molteplici gallerie e donatori privati che hanno contribuito a rendere il progetto «il più autentico possibile», grazie al quale la creatività di Pascali assume un carattere internazionale. Il progetto espositivo si disloca in quattro ambienti che rappresentano gli ingredienti principali dell’arte pascaliana.

La metodologia, con la quale curò le sue mostre dal 1965 al 1968, personalizzando l’ambiente espositivo come fosse la cornice dell’opera. La collaborazione, che viene narrata nel secondo spazio dove sono visibili opere di altri artisti che hanno esposto insieme a lui contribuendo a consolidare un dialogo generazionale nell’arte del dopoguerra. L’interazione, ovvero l’arte dell’immedesimazione dell’artista nel soggetto rappresentato, protagonista della terza parte che si presenta come una raccolta di fotografie realizzate da Claudio Abate, Andrea Taverna e Ugo Mulas, che mostrano Pino Pascali muoversi tra le sue sculture di setole e pellicce. E sono proprio quest’ultimi a rappresentare il quarto capitolo della mostra dedicato alla materia.

L’ultimo ambiente è colmo di tessuti, materiali naturali ed industriali corredati di manifesti pubblicitari degli anni ‘60 che ne mostrano l’uso commerciale e le origini domestiche. Una biografia artistica che seppur breve rivela il carattere giocoso e fanciullesco del noto artista italiano, che seppe costruirsi una realtà fantastica popolata da animali giganti, ossa di dinosauri e fiori meccanici. L’immagine che ne viene fuori è un ritratto non solo artistico ma anche umano e sociologico che fa di Pino Pascali l’interprete ideale di una modernizzazione inarrestabile che tenta di conservare nella forma quel senso di abitudine, regolarità, tradizione necessario alla sopravvivenza dello stupore umano.

Pino Pascali, exhibition view at Fondazione Prada, Milan. Courtesy Fondazione Prada.
Photo Roberto Marossi

Pino Pascali
fino al 23 settembre
Fondazione Prada – Largo Isarco 2, Milano
info: fondazioneprada.org