Jannis Kounellis torna a Firenze con i suoi disegni

La mostra al Museo Novecento offre uno sguardo sulla poetica di Jannis Kounellis, rivelando il mondo interiore dell'artista

Non è nuova a Firenze la presenza di Jannis Kounellis. Dopo le performance e le installazioni degli anni Settanta, fino a Ytalia, la mostra che nel 2017 ha portato le sue opere a Palazzo Vecchio e alla Galleria degli Uffizi, l’artista di origini greche torna negli spazi fiorentini con un’esposizione dedicata ai suoi disegni. Presentati integralmente al pubblico per la prima volta nel 1990, i disegni di Kounellis approdano al Museo Novecento di Firenze.

In programma dal 15 marzo al 9 giugno 2024, la mostra dal titolo La stanza vede. Disegni 1973-1990 raccoglie circa cento disegni eseguiti su carta e realizzati per lo più a china, matita e carboncino tra gli anni Settanta e Ottanta. Curata da Dieter Schwarz, con la direzione artistica di Sergio Risaliti, direttore del Museo fiorentino, l’esposizione non rappresenta solo un varco d’accesso per l’arte di Jannis Kounellis, rivelandone il carattere enigmatico fin dalla sua origine, ma è anche l’occasione per rinnovare il dialogo tra l’artista e la città ospitante.

«Come è noto  – ha spiegato Risaliti – il disegno ha un ruolo centrale nella storia dell’arte fiorentina e, a partire dal 2018, il Museo Novecento ha organizzato numerose mostre dedicate alla relazione che i grandi artisti del Novecento e della contemporaneità hanno e hanno avuto con l’arte grafica, un rapporto spesso quotidiano e poco conosciuto, quasi intimo». «La mostra di Jannis Kounellis si inserisce in questo percorso progettuale ed è l’occasione per la città di Firenze di rendere omaggio ad un grande artista a pochi anni di distanza dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2017», ha aggiunto il direttore.

«La selezione di disegni qui esposta – ha concluso Risaliti – apre alla possibilità di accedere al mondo fantastico e poetico di Kounellis, ai suoi sogni e ai suoi incubi, al labirinto delle sue immaginazioni e delle sue suggestioni, ai suoi archetipi figurativi e alle sue più ricorrenti iconografie, al quell’intrecciarsi di memorie arcaiche e immagini moderne, che nel crogiuolo della sua anima di pittore rinascono sotto altra specie come presenze nuove e misteriose allegorie».

La stanza vede. Disegni 1973-1990 include molti esemplari che consistono in prime prove progettuali: in alcuni casi l’artista ha tracciato al centro della carta la sagoma di una lastra su cui possono stare appesi cappotti, strumenti musicali, oppure, in una costellazione di mensole, ciottoli anneriti, sacchi di iuta ripieni di carbone, legni macchiati di nero. In altri esemplari il groviglio di segni lascia distinguere delle tracce, primi passi di futuri progetti. Ancora, a volte i disegni consistono in minute annotazioni, mentre in molti casi si rintracciano i rimandi alle grandi opere della storia dell’arte: la sagoma di una ciminiera, quella di lampade ad olio o teste urlanti, che rimandano al celebre Urlo di Edward Munch, o il richiamo agli ultimi acquerelli di Cézanne con l’accumulazioni di teschi.

La stanza vede. Disegni 1973-1990
dal 15 marzo al 9 giugno 2024
Museo Novecento – Piazza Santa Maria Novella 10, Firenze
info: museonovecento.it

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