Mario Praz, la sua meravigliosa casa-museo riapre a Roma

Mario Praz, celebre anglista, ha collezionato nel corso della sua vita oltre 1200 manufatti artistici. Dopo 2 anni, riapre la sua casa-museo

Mario Praz, personalità eccentrica, celebre anglista e critico d’arte, durante la sua residenza a Palazzo Primoli a Roma, dove visse dal 1969 al 1982 – anno della sua scomparsa – ha collezionato oltre 1200 oggetti di varia natura. Dipinti, sculture, mobili, arredi databili tra fine ‘700 e la prima metà del XIX secolo che permettono di ricostruire realisticamente l’ambientazione di una casa che sarebbe benissimo potuta esistere a metà ‘800. I suoi numerosi viaggi, sono stati il pretesto della raccolta delle opere, tra ritratti delle famiglie regnanti Borbone o Bonaparte, sculture e bronzi francesi, cristalli boemi, porcellane tedesche, tendaggi, lampadari ed esempi di vedutismo, che offrono una panoramica esaustiva tra neoclassicismo e romanticismo.

Entrare nei suoi spazi equivale a viaggiare in tempi lontani, in un’atmosfera cristallizzata, immobile, magica, di chi come lui, è stato un appassionato collezionista ed esperto di antiquariato. L’arredamento originale inoltre è stato mantenuto, e ciò restituisce alla casa un’aura ancora più suggestiva, come se visitando questi ambienti si respirasse ancora la sua presenza, apprezzando la sua fascinazione per lo stile napoleonico. In queste due anni di chiusura, il Ministero della Cultura, ha potuto effettuare importanti interventi di restauro, in collaborazione con la restauratrice Silvana Costa, che ha riguardato anche oggetti finora non visibili al pubblico perchè custoditi in deposito.

Mario Praz è stato anche un critico d’arte e talvolta dai suoi scritti emergono forti critiche nei confronti dell’arte contemporanea, che spesso lo pongono in disaccordo con altrettanti autorevoli personaggi come Benedetto Croce o Lionello Venturi, che proprio in quegli anni cercava di far luce sull’Impressionismo. Un omaggio alla personalità del collezionista è espressa anche nel nuovo logo museale: il suo profilo compare come ritratto-cameo, con libri che alludono alla sua immensa cultura. La citazione da lui stesso pronunciata in occasione dal suo “trasloco” da Palazzo Ricci – dove inizialmente si trovava – a Palazzo Primoli,Sapientia aedificavit domum sibi”, ne arricchisce ulteriormente l’immagine. Un “nuovo” guadagno culturale per Roma, grazie a questo scrigno di tesori d’arte tutto da scoprire, nel nome di un intellettuale che sembra non aver lasciato nulla al caso.