Collezioni straordinarie. Da dove viene questo amore per gli oggetti?

Un’affascinante percorso in dieci tappe, dove Marin Montagut va alla scoperta di migliaia di oggetti unici ed irripetibili

«L’idea di questo libro nasce dalla necessità di condividere il mio amore per gli oggetti. Un amore così forte che mi spinge a collezionare e a ricordarmi che tutti i collezionisti hanno conservato le loro anime di bambini. Questa passione di trovare l’oggetto che manca nella propria collezione. Il fatto di partire a “caccia” alla mattina presto per scovare un futuro “colpo di fulmine” senza sapere neanche cosa potrà mai essere». Nei suoi viaggi, Marin Montagut – che con il marchio omonimo crea oggetti decorativi per la sua boutique parigina –, ha incontrato noti antiquari e semplici appassionati, tutti in grado di sedurlo con raccolte d’arte di ogni genere, sparse per la Francia (da Avignone alla capitale).

photo Pierre Musellec

Il nuovo volume dell’illustratore e designer francese, Collezioni straordinarie (L’ippocampo edizioni, cartonato con sovraccoperta, 240 pagine, 29.90 euro) è un’opera corposa che merita un posto d’onore nella libreria di casa. Da sfogliare con calma, ritagliandosi il giusto tempo, per poi immergersi in un tour attraverso curiose e affascinanti raccolte: pareti fitte di dipinti e antichi ex voto, spazi stivati di canestri e ceste di vimini, caraffe ottomane e obelischi in pietra dura, madonne policrome e cagnolini dalla testa oscillante (“bobblehead”). Sacro e profano? Perché no. L’intento di Montagut è quello di scoprire e far scoprire. Ragione per cui ha deciso di «raccogliere dieci luoghi nei quali vado a ispirarmi per creare gli oggetti delle mie collezioni per il mio brand. Venendo da genitori e nonni antiquari, questa passione mi è stata trasmessa fin da piccolo. Che sia durante i miei viaggi intorno al mondo o nei miei weekend in Normandia, amo partire a caccia di nuovi tesori. Non per il loro valore di mercato, ma per il valore che donerò loro». 

photo Pierre Musellec

Parole dense di passione e sentimento, elementi cardine di un volume – Collezioni straordinarie – che Montagut (già collaboratore con prestigiosi marchi francesi), definisce senza esitare «il mio libro più difficile da realizzare. Avevo bisogno di trovare collezionisti appassionati che vivessero anche in luoghi in grado di ispirarmi, con setting unici. Sono partito dunque in viaggio per tutta la Francia con il mio fotografo e Kate, la mia editrice, per incontrare questi collezionisti unici nel loro genere. Ho avuto la prova che le passioni comuni raccolgono. Soprattutto quella degli oggetti, così infinita». Un percorso in dieci tappe, dove migliaia di oggetti creano moderne, fantasmagoriche Wunderkammer (le camere da collezione rinascimentali in cui i monarchi, i principi, gli aristocratici, gli scienziati e gli artisti collezionavano gli oggetti più disparati, tentando di ricreare in un unico ambente l’intero scibile umano). 

photo Pierre Musellec

«Ogni capitolo è un incontro fuori dal comune – riprende l’illustratore e designer –, ma quando sono giunto da Patrick Mauriès (scrittore, curatore editoriale e collezionista d’arte) ho compreso la definizione della parola “collezione”. In un appartamento parigino, abbiamo avuto solo il posto per posare giusto la nostra macchina fotografica, talmente è pieno di oggetti: dal pavimento al soffitto». Quindi l’autore del libro – che per L’ippocampo ha anche scritto “Sotto i tetti di Parigi” (con l’icona di stile Ines de la Fressange)” e “Ricordi di Parigi: botteghe e atelier di una volta”, pubblicati rispettivamente nel 2018 e 2021 – rammenta l’incontro con Grégoire Courtin che, figlio d’arte, è stato preso fin da giovane dal magnifico vizio dell’antiquariato («sognavo di visitare il suo museo da anni e non ne sono stato deluso. Mi sono sentito come un bambino in un negozio di caramelle. Avrei voluto passarci giorni interi, solo per contemplare»). 

Fra bellezza, eccentricità e fanciullesca curiosità, Collezioni straordinarie regala più di un’emozione. Nel caso di Montagut, ovviamente, anche oggetti da riportare a casa. «In ogni luogo visitato, ho avuto voglia di ripartire con degli oggetti per aprire nuove collezioni. I manichini da pittura di Agathe, i flaconi di pigmenti di colore di Gregoire, i piatti di Cyrille. Preferisco fermarmi perché altrimenti la lista sarebbe eterna».

Info: www.ippocampoedizioni.it