L’Etiopia presenta il suo primo padiglione alla 60esima Biennale

Tesfaye Urgessa rappresenterà l'Etiopia nella prossima Biennale. La sua arte è caratterizzata da colori squillanti e grovigli di forme

L’Etiopia ha annunciato l’artista che rappresenterà la nazione alla prossima Biennale di Venezia. Si tratta di Tesfaye Urgessa, pittore classe ’83 originario di Addis Abeba e che attualmente vive in Germania. L’artista attualmente collabora con la galleria Saatchi Yates Londra, che ne ospiterà una mostra ad aprile. La rassegna da lui presentata per la Biennale è curata dal poeta Lemn Sissay OBE, si chiamerà “Pregiudizio e appartenenza” e si svolgerà presso il duecentesco Palazzo Bolani.

L’artista etiope aveva già esposto in Italia: nel 2018 agli Uffizi, nel 2021 a Palazzo Pitti e infine lo scorso dicembre in “Feelings and Emotions” nella Torre Civica di Albenga, mostra curata da Lorenzo Sibilla. Una rapida e sorprendente ascesa per l’artista, che dal prossimo aprile si troverà a Venezia. Sono altri 3 i paesi presenti per la prima volta all’evento: si tratta del Benin, della Tanzania e del Timor Leste

Urgessa è noto per i suoi dipinti che rappresentano figure umane in un groviglio di forme, di masse materiche e colori tenui e più accesi. Ad ispirare la sua poetica Gustav Klimt, Egon Schiele, ma anche Francis Bacon e Maria Lassnig. Ricerca di luce costante, colore e movimento sono alla base della sua ricerca, in un’arte che è stata definita una «rapsodia pittorica». Le sue opere fanno parte di diverse e rinomate collezioni: la Kunstmuseum e la Staatsgalerie di Stoccarda, gli Uffizi di Firenze, il Rubell Museum di Miami, il Museum of African Contemporary Art di Marrakech e la Zabludowicz Collection di Londra.

«Questa non è solo una pietra miliare personale, ma anche un momento di orgoglio per l’arte e la cultura etiope», ha affermato Tesfaye Urgessa in un comunicato stampa. «Spero che la mia mostra a Palazzo Bolani ispiri e dia forza ad altri artisti etiopi a perseguire le loro aspirazioni creative e a condividere le loro storie con il mondo. Credo che questo sia l’inizio di una nuova era per l’arte etiope e sono entusiasta di farne parte».