Teatro di Roma, polverone intorno alla nomina del nuovo direttore

Luca De Fusco è il nuovo direttore del Teatro di Roma, ma la riunione per la nomina era stata rinviata dal presidente della Fondazione. Tutto il mondo politico si schiera

Il Consiglio della Fondazione Teatro di Roma ha nominato il nuovo direttore generale. Regista teatrale, Luca De Fusco dirigerà i maggiori teatri della Capitale, dall’Argentina al Torlonia e all’India, oltre al Valle da quest’anno. Ma sul processo di selezione emergono dubbi, perché alla riunione del cda per la nomina non hanno partecipato il presidente della Fondazione Francesco Siciliano e la consigliera del Comune di Roma Natalia Di Iorio.

Da qui, la conferenza stampa convocata d’urgenza dal presidente. «La riunione del cda che ha nominato Luca De Fusco è invalida come recita lo statuto della Fondazione», ha dichiarato Siciliano. «La riunione del cda che era prevista alle 11 è stata da me formalmente sconvocata ma vedo che i consiglieri espressi dalla Regione e dal ministero intendo riunirsi ugualmente e procedere ad una nomina del nuovo direttore senza la presenza del presidente e di Natalia Di Iorio, membro del cda nominato dal Comune».

Così il presidente ha ricostruito la vicenda. Di fronte all’invalidità della riunione, Siciliano ha poi concluso con una riflessione che ha dato il via alle polemiche dall’intero mondo politico. «Anche al di là degli aspetti giuridici, credo che questo modo di procedere rappresenti un colpo proprio alla natura di questo Teatro, al suo valore culturale, al rapporto che lo lega innanzitutto alla città, al suo pubblico a chi ogni giorno si impegna per mandare avanti il teatro».

Le critiche dal Comune di Roma

A sottolineare la gravità dell’accaduto, l’assessore alla cultura Miguel Gotor. «I consiglieri di amministrazione nominati dal ministero della Cultura e dalla Regione Lazio hanno deciso di svolgere una riunione che ha come oggetto la nomina del nuovo direttore generale della Fondazione Teatro di Roma e hanno proceduto alla sua nomina senza che fossero presenti il presidente del cda della Fondazione Francesco Siciliano e la consigliera designata dal Comune Natalia Di Iorio. Questo incontro è, nei fatti, abusivo perché non rispetta le prerogative del presidente Siciliano che ieri sera aveva disposto di aggiornare la riunione del cda già da lui convocato, come previsto dallo statuto».

«È evidente quindi – ha concluso – che è in corso un tentativo di occupazione da parte della destra di una fondamentale realtà del sistema culturale romano e italiano che denunciamo e a cui ci opporremo con tutte le nostre forze».

Una voce dall’interno, invece, quella di Natalia Di Iorio, consigliera del Comune pure assente alla riunione che era stata all’inizio rinviata. «Mi pare che in questo confronto, che è apparso tutto politico e persino di collocazione personale, tutti abbiano dimenticano il significato del teatro, la questione è stata trattata come se fossimo un’azienda di servizio, non un’istituzione culturale». Queste le parole della consigliera in conferenza stampa con Siciliano.

«Nella terna presentata dalla commissione selezionatrice – ha commentato – io ho visto il nome di un solo artista, quello di De Fusco, mentre non ho visto i nomi di quanti rappresentino il sentire del grande pubblico di giovani che affollano i nostri teatri. Più complessivamente io ritengo che un grande teatro come è il Teatro di Roma, con la sua molteplicità di sale, il suo impegno nell’offrire scelte culturali che parlino a pubblici diversi sia da affidare ad un manager piuttosto che a un artista perché non credo che oggi vi sia necessità di scelte culturali monolitiche e non rappresentative delle diverse culture e sensibilità».

Il sindaco: «un segnale inquietante»

Sulla questione arrivano anche le parole del sindaco Roberto Gualtieri. «Nel giorno in cui il presidente della Repubblica lancia un monito contro il pensiero unico nella cultura dalla destra arriva un inquietante segnale che deve suonare da allarme per quelli che hanno a cuore il pluralismo e il senso delle istituzioni». Così il sindaco ha espresso la propria preoccupazione. «La Fondazione Teatro di Roma – ha continuato – è un patrimonio della città, sostenuta finanziariamente quasi totalmente dal Campidoglio, e non possiamo in alcun modo accettare che le scelte più importanti, a partire dalla nomina del suo direttore, vengano assunte con la forza, imponendo nomi e strategie dai soli consiglieri nominati da governo e Regione Lazio».

La destra e il neodirettore del Teatro di Roma smentiscono: «Qualità né di destra né di sinistra»

«Nessuna forzatura, riunione assolutamente legittima», ha dichiarato in una nota Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera e responsabile nazionale Cultura e innovazione di Fratelli d’Italia. «Come potranno confermare gli organismi di vigilanza, la riunione […] è assolutamente legale in quanto prosecuzione del Cda sospeso nei giorni scorsi dallo stesso presidente: inopinatamente il presidente Siciliano alle 22 di sera ha mandato una sconvocazione a data da destinarsi del Cda già aperto per seguire la votazione». «Restiamo disponibili ad un confronto – ha concluso – nel rispetto del Teatro di Roma che abbiamo salvato dalla precedente gestione criminogena che l’ha preceduta prima della nascita della Fondazione che abbiamo auspicato e suscitato».

Chiare anche le parole di Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. «Io non capisco la posizione del Comune: il bando l’ha scritto l’assessore alla Cultura Gotor, che ha fissato i criteri. È stata fatta una selezione da parte di una commissione indipendente che ha portato alla scrematura di tre candidati. Di più, l’unico che ha diretto un maggior numero di teatri è stato proprio De Fusco. Quindi non capisco dove e quale sarebbe questa volontà di occupare poltrone». «La verità è che sulla cultura la sinistra si sente padrona di occupare tutti gli spazi. Dimentica – ha aggiunto – che su queste tematiche deve valere sempre una forte dialettica e non esiste una superiorità morale. Io su questo fronte ne so qualcosa».

A metà tra felicità e dispiacere, invece, la posizione del neodirettore del Teatro di Roma, Luca De Fusco. «Da oltre 40 anni abito in questa città e dopo aver diretto teatri al nord, al centro e al sud, è la prima volta questo è il primo nella Capitale e ne sono contento. Allo stesso tempo sono dispiaciuto per il clima che si è venuto a creare intorno alla nomina». Per il direttore fresco di nomina «fare Goldoni o Pina Bausch non è di destra né di sinistra. Esiste il teatro di qualità e il teatro non di qualità. In questi anni ho fatto lavorare tante persone e non ho mai chiesto cosa votassero».

La nota del Teatro di Roma

Nonostante il polverone, il Teatro di Roma ha diffuso una nota in cui conferma la nuova nomina. «Il Cda della Fondazione Teatro di Roma nella seduta in data odierna alla presenza del Collegio dei revisori dei conti ha deliberato, con il voto unanime dei consiglieri presenti, la nomina di Luca De Fusco a direttore generale della Fondazione per un quinquennio, ai sensi dell’articolo 13 dello statuto dell’ente». «Con la nomina di De Fusco si apre una nuova stagione per il Teatro nazionale della Capitale nel cui alveo i teatri Argentina, India, Torlonia e, dalla fine di quest’anno, il Valle, tornano finalmente alla gestione ordinaria dopo il lungo periodo di commissariamento disposto dal ministero della Cultura».