I quadri radiocomandati di CANEMORTO corrono a Bologna

The painting race è l'ultimo progetto dissacrante dell'anonimo collettivo: quadri su ruote radiocomandati dagli spettatori della mostra

La mostra The painting race è l’ultimo progetto di CANEMORTO, questa volta in scena a Bologna. L’esposizione è curata dal critico e curatore d’arte contemporanea Antonio Grulli e dall’associazione culturale bolognese no-profit Alchemilla.

L’anonimo trio milanese, in scena sul panorama artistico contemporaneo dal 2007, ha realizzato per l’occasione una performance artistica itinerante: si tratta di sei quadri provvisti di ruote e letteralmente radiocomandati, che girano all’interno di un circuito chiuso nelle sale espositive di palazzo Vizzani. La scena che appare è essenziale ma espressiva ed evoca una architettura brutalista e minimale. A circondare il percorso anche una serie di opere in tessuto, dipinte in candeggina e realizzate appositamente per inserirsi all’interno delle rientranze presenti sulle pareti dello storico palazzo.

Un vero e proprio contrasto fra movimento e stasi, fra un’arte viva e una immobile nel suo tempo. Paradossalmente attraverso questo atto creativo, viene totalmente ri-significato il valore semantico dell’opera: i quadri, che sono gli oggetti intoccabili per eccellenza nei musei, non solo vengono violati e resi tangibili, ma addirittura trasformati in gioco attraverso la loro motorizzazione.

Una scelta trasgressiva ma che fa sicuramente riflettere sul ruolo fra arte e pubblico oggi. La percezione visiva dei dipinti cambia radicalmente: i quadri non sono più semplicemente appesi a parete o protetti da teche, ma diventano opere mobili, l’arte si vivifica e lo spettatore ne diventa inevitabilmente parte. Ancora una volta il trio propone un progetto dissacrante, inusuale e del tutto inaspettato. L’obiettivo è proprio quello di coinvolgere il pubblico, solitamente abituato a quel distacco quasi sacrale e irraggiungibile che spesso l’arte ci propone. Come accade in molti progetti artistici a partire dagli anni ’70 lo spettatore diventa emancipato, il pubblico è parte attiva dell’opera diventandone parte integrante e fondamentale.

Lo spettatore è il vero protagonista della mostra visto che potrà telecomandare le opere in solitaria o addirittura sfidare altri partecipanti: l’atmosfera diventa inevitabilmente ludica e partecipativa. Il trio intende anche ironizzare sulle dinamiche competitive e accanite che spesso caratterizzano le fiere: non a caso, infatti, l’esposizione cade in concomitanza con Arte in Fiera, che si terrà nel capoluogo emiliano dal prossimo 2 febbraio. Insomma, una vera e propria performance nella performance dove il pubblico è protagonista e spettatore e i quadri telecomandati sono un medium per fare arte e diventarne parte. E chissà, forse ad apprezzarla di più.

Dal 26 gennaio 2024 al 16 marzo 2024
Palazzo Vizzani – via Santo Stefano 43, Bologna

Articoli correlati