Giordano Boetti Editions, l’arte a portata di cartella

Classe 1992, Giordano Boetti ha fondato una casa editrice che produce libri d'artista ed edizioni in tiratura limitata

Dopo lo spazio indipendente Panetteria Atomica, le esposizioni con GB Group (fondato nel 2015), il format irriverente Gelatine Interviews (interviste a personaggi del mondo dell’arte contemporanea e della musica), la collaborazione in comunicazione dell’arte con la trasmissione giuridica Forum (format di rete4), Giordano Boetti, sempre in ebollizione e pieno di idee, crea Giordano Boetti Editions.

Giordano Boetti Raganelli è figlio d’arte sì, ma non si è mai adagiato sugli allori. È una persona di una generosità fuori dalla norma. È un corista, come si è definito nell’intervista durante il programma Sottovoce, un animale sociale ma anche una persona capace di analizzarsi e di riflettere in solitudine.

Leonardo Gualco e Alessandro Giacobbe sono parte, insieme a lui, della realtà GB Group.

Giordano Boetti Editions

La nuova avventura in cui il giovane (classe 1992) si è lanciato si chiama Giordano Boetti Editions e prevede la produzione e distruzione di libri d’artista ed edizioni in tiratura limitata ma anche la realizzazione di oggetti di merchandising legati al mondo dell’arte. Nonostante sia appena nata, Giordano Boetti Editions ha già una sede in una strada magica romana, via dei Coronari (210).

Le prime edizioni si sono focalizzate sulla stampa a tiratura limitata (10 esemplari ordinati in numeri arabi da 1/10 a 10/10), in collaborazione con Litografia Bulla, di 10 delle celebri mappe di Alighiero Boetti. Il secondo progetto a essere realizzato è stata una cartella contenente 16 + 1 fotografie scattate allo stesso artista da Paolo Mussat Sartor, autodidatta che esercita la sua professione sin dal 1966. Le immagini, alcune divenute ormai iconiche – i ritratti durante le azioni, performance, le installazioni poveriste Io che prendo il sole a Torino il 19 Gennaio 1969Oggi è Venerdì 27 Marzo 1970, Cinese (1970), San Bernardino (1976) – sono stampate su carta baritata ai sali d’argento e sono accompagnate da un testo di Caterina Raganelli Boetti. L’edizione comprende 16 cartelle: 11 esemplari numerati da 1/11 a 11/11 e 5 prove d’artista. 

LU.PA, Giordano Boetti Editions Pink, credits Carlo Romano

La terza edizione ha visto come protagonisti 11 ricami, le opere di Alighiero Boetti in cui all’interno di caselle colorate si stagliano altrettante lettere che formano parole e frasi come Dare tempo al tempo (1984) o Il silenzio è d’oro (1988).

Le prossime edizioni dedicate ai grandi artisti si soffermeranno sulla produzione dei libri d’artista di Enzo Cucchi Paolo Canevari. Qual è lo scopo? Il costo dell’arte risulta minore grazie al supporto della stampa di qualità, la tiratura limitata tutela comunque l’esclusività dell’acquisto ma lo rende maggiormente accessibile a un pubblico di giovani collezionisti che non potrebbero permettersi di accedere a un originale di Alighiero Boetti o di un artista affermato.

Giordano Boetti Editions – Pink

La nuova e più sperimentale linea di edizioni Pink è collegata al supporto di artisti emergenti, alla concezione di progetti su misura che enfatizzino la pratica autoriale del singolo, a sostegno della poetica dell’artista scelto.

Mappe, Giordano Boetti Editions, credits Giorgio Benni

Il primo progetto della linea emergenti ha visto come protagonista Lu.Pa, duo artistico formato da Lulù Nuti e Pamela Pintus. Si tratta di una cartella rivestita in morbida pelliccia color ottanio che funge da cofanetto in cui sono custodite le tracce delle 6 performance concepite e realizzate dalle due artiste. Ogni performance è restituita grazie a una piccola descrizione e allo scatto documentativo di un fotografo, di volta in volta, diverso. In ordine: Giovanni De Angeli, Camille Vivier, Daria Paladino, Zoe Zizola, Carla Ciffoni, Giulio Pugliese.

Si parte da OLO, il debutto del duo: all’interno dello Spazio Y, ex white cube del Pigneto, il 29 aprile 2018 si è tenuta una performance di 24 ore fruibile tramite uno spioncino, il cui utilizzo rievoca, a mio avviso, La spia ottica di Giosetta Fioroni ma anche l’opera lascito di Duchamp, Etant donnés.

Mappe, Giordano Boetti Editions, credits Giorgio Benni

Sans Titre (Zadkine) si è tenuta in occasione della mostra The Instinct of Matter, a Parigi, nello studio-museo di Ossip Zadkine. Commissionata dal direttore del Museo Noelle Chabert e dalla curatrice indipendente Azad Asifovich, è consistita in un’azione che, partendo dalla malleabilità della pasta di pane, era volta a rivelare, nell’arco di 4 ore, ciò che un primo strato di superficie nascondeva. Il pigmento nero mischiato all’olio di lino era stato aggiunto come una coltre vischiosa sopra un metallo battuto dall’aspetto prezioso, lega di zinco rame e ottone. I gesti specchiati, alternati, armonici ma anche disomogenei delle due artiste rievocano l’idea stessa della scultura per Zadkine che riprende la linea già michelangiolesca: un atto che tende, levando materia superflua, a compiere e disvelare la forma. Vacanza (Teletransport Holidays) invece è stata presentata la prima volta durante Maker Faire 2019. La performance ragionava sulla obsolescenza degli oggetti nella società dell’usa e getta, sulla loro liberazione dagli impegni funzionali grazie a un dispositivo che gli permette di andare in vacanza verso una destinazione a propria scelta. Le due artiste si trovavano dentro una struttura di zinco, nascoste agli avventori, un video le ritraeva vestite hostess della compagnia di teletrasporto, in atto di presentare la macchina e il suo funzionamento. 

OLO, o della danza del tutto (Roma – Spazio Y 2018) credits Giovanni De Angelis, photo copy credits Carlo Romano

Iperconnesse a Roma Galleria dArte Moderna 2022 (ma anche alla fiera The Others a Torino a novembre 2023) vede le due ragazze, vestite con una tuta lillà e disposte l’una dinnanzi all’altra, in piedi su un minuto piedistallo bianco, sostenere una sfera di gomma viola con la pressione delle fronti o petto a petto. Nel mentre, le artiste rispondono ai messaggi e alle telefonate, alle e-mail, avviano dirette Instagram, comunicano con il resto del mondo ma solo attraverso gli smartphone, grazie al supporto degli assistenti vocali Google e Siri.

Struttura Restaurativa in Tre Atti si è tenuta proprio nello spazio romano indipendente fondato da GB Group, Panetteria Atomica. Le due performer erano nascoste all’interno di una struttura archetipica, una cupola creata con una rete metallica completamente ricoperta di gerbere sgargianti. Ogni qualvolta una persona estraeva il gambo di un fiore – l’opera riflette infatti sul significato del presente, il dono – le artiste tappavano il vuoto lasciato con del fango, ostruendo la vista dell’interno della struttura. Alla fine, l’involucro risulta coperto di fango, fertile poiché contenente semi che daranno l’avvio all’Atto II del progetto.

SANS TITRE Zadkine (Parigi – Musée Zadkine 2018) credits Camille Vivier, photo copy credits Carlo Romano

In ultimo, Parla si è svolta a Roma, a Palazzo Farnese nell’ambito di Pianobi outdoor project. Si parte da alcuni dettagli dell’architettura dell’ambasciata francese, stampati a colori su carta lucida, l’immagine viene posizionata su un vetro con la scritta in rilievo “PARLA” e viene eseguito il frottage. Dopo essere firmato e numerato, il foglio viene regalato a un visitatore. Nell’arco di due ore sono stati realizzati 48 frottage.