Oggi nasceva Susan Sontag, “l’ultima star letteraria americana”

Tra le eredità maggiori di Susan Sontag, il libro "Contro l'interpretazione", ma anche una visione trasversale tra le arti

“Un’esteta battagliera e una malcelata moralista”, diceva Susan Sontag di sé stessa. Nata il 16 gennaio 1933, ha rappresentato il nuovo volto di una critica – artistica, letteraria – che si riunisce nella battaglia contro l’interpretazione. Tra le immagini che le vengono associate, quella di “ultima star letteraria americana” coniata da Benjamin Moser, che ne ha curato la biografia.

Originaria di New York, Susan Sontag ha attraversato le grandi crisi del XX secolo. Tra i suoi testi più noti, il saggio Contro l’interpretazione, pubblicato nel 1966 e pietra miliare della critica novecentesca. Cardine del suo pensiero complessivo, il saggio sviluppa una riflessione sulla necessità di non interpretare l’arte o, per estensione, il mondo. Interpretare implica infatti un significato e una visione unitaria: tratti che per Sontag non sono propri dell’oggetto artistico.

Un approccio, questo, che ha contraddistinto tutta la sua opera, dai testi critici ai romanzi. Accanto a Contro l’interpretazione emergono altri titoli decisivi, da Sulla fotografia (1973) a La malattia come metafora (1983), oltre a Davanti al dolore degli altri, libro contro la guerra uscito nel 2004 poco prima della morte della scrittrice per leucemia.

Proprio dalla sua morte improvvisa deriva uno degli scatti più celebri legati alla sua figura. Sulla scia del monito della scrittrice, “lasciamoci ossessionare dalle immagini atroci”, la compagna Annie Leibovitz scattò e diffuse una fotografia del suo cadavere. Fotografa di professione, Annie Leibovitz ha accompagnato Susan Sontag nel suo ultimo quindicennio di vita. Inizialmente sposata con Philip Rieff, Sontag conobbe la compagna alla fine degli anni ottanta.