Roma si illumina con il Fotonica Festival 2023. Il racconto di ciò che è stato

A partire dall’1 dicembre fino al 10 è stata presentata a Roma la settima edizione del Fotonica Festival, che ha visto come location protagoniste l’Acquario Romano, l’Accademia di Ungheria a Roma e il Cieloterra. Tra installazioni, videomapping, performance e workshop, gli abitanti della città hanno potuto esplorare il mondo delle Audio Visual Digital Arts

Mettendo al centro la luce e la sua particella essenziale, il fotone, il festival ha accolto artisti di grande levatura legati alle arti audiovisive e digitali. L’appuntamento è stato inaugurato con un’anteprima all’Accademia ungherese di installazioni luminose curate dal Light Art Museum (LAM) di Budapest, oltre che le performance del visual artist Rainer Kohlberger e una selezione di performance audiovisive della Live Cinema Made in Italy al Cieloterra. 

Dall’8 al 10 dicembre, all’Acquario Romano sono stati presentati i suggestivi videomapping curati da Kanaka e Dániel Besnyő, oltre che a tre performance audiovisive a sera, precedute da incontri con gli artisti. L’Acquario Romano ha ospitato installazioni interattive di V3rbo e opere di artisti come Sabrina Rattè, Edohard e del collettivo Otolab. I visitatori inoltre hanno potuto esplorare anche la mostra Fantomas – VR Arab Science Fiction, che offre un’esperienza d’arte in realtà virtuale creata al Cairo.

Le tre serate hanno incluso molti artisti d’eccezione, tra emergenti e affermati. L’8 dicembre si è assistito, dopo la presentazione da parte del producer Gianluca del Gobbo e dell’architetto sperimentale Claudio Guerrieri, anche alla performance della contrabbassista Caterina Palazzi con “Aneurysm”, in collaborazione con il visual designer Kanaka. In un viaggio all’interno del cervello tra normalità e violenza, vita e morte. Ad aggiungersi, le performance del romano Abul Mogard e della brasiliana Marja de Sanctis, la quale reinterpreta visivamente i suoni del compositore ripercorrendo il suo vissuto tra i due continenti. Infine, “The Alias Season” di Murcof e Sergi Palau, in cui le relazioni umane vengono poste al centro in una narratività drammaturgica estesa al surreale e al sogno. 

Il 9 e il 10 dicembre invece, sono state presentate Boundary Object di Gábor Lázár e Tuning the Wind di Grand, insieme alla performance audiovisiva Otolab. E per finire, un workshop di Andrea Sztojánovits, seguito dall’esperienza visiva virtuale Inferno 1911 di Metainferno e White Balance di Schnitt, che hanno chiuso in bellezza questa straordinaria celebrazione.

info: fotonicafestival.com

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