Quella di Adamo rappresenta una vicenda di emigrazione e di violenza, di afflizione e di attese, una storia d’amore e di lotta di classe. Il viaggio di un eroe e di un uomo qualunque che, al pari di un novello Ulisse, salpa dalla terra natia per inseguire il suo sogno. Custodendo in cuor suo un unico desiderio: fare ritorno alla propria Itaca, che per lui ha un nome di donna, Beatrice (“e quando tonerò, sarò ricco e potremo sposarci. Ma tu mi aspetterai, Bice?”).
Dalla sceneggiatura di Stefano Santarelli, nasce il graphic novel Adamo mano di pietra (Fanucci Comics, cartonato, 108 pagine a colori, 17 euro) – liberamente ispirato al romanzo La giungla di Upton Sinclair, libro-denuncia in cui l’autore statunitense, con le sue descrizioni crude del mondo del lavoro privo di tutele, tratteggia la giungla di Packingtown, il quartiere dei macelli di Chicago –, disegnato e colorato da Valerio Forconi.
Spiegano gli autori: «In Italia, come nel resto del mondo occidentale, esiste una drammatica questione migranti e da più parti, spesso, si mostra intolleranza e ostilità nell’accoglienza. Quando con l’editore si è cominciato a parlare di una collana di volumi a fumetti che realizzasse adattamenti, retelling o spin-off di opere letterarie note, abbiamo pensato che fosse una buona idea utilizzare un romanzo per raccontare, attraverso le sofferenze dell’emigrazione di ieri, quelle dell’immigrazione di oggi». Tra scrittura della sceneggiatura, raccolta della documentazione, disegni, colorazione e revisioni varie, per realizzare Adamo mano di pietra è occorso più di un anno di lavoro. Partendo, appunto, dallo studio approfondito del libro del 1906. «Il romanzo racconta lo sfruttamento dei lavoratori immigrati nel mattatoio più grande del mondo, quello di Chicago e il socialista Sinclair aveva l’intento di sollevare il popolo americano contro lo sfruttamento dei lavoratori», affermano Santarelli e Forconi.
Che poi aggiungono: «In realtà poi gli americani si sollevarono sì, ma contro la qualità dei cibi che venivano prodotti in quel mattatoio e dalle loro proteste nacque il “Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici». Il graphic novel prende le mosse dal romanzo di Sinclair e si ambienta in quello stesso mattatoio, ma utilizza un protagonista diverso – Adamo, appunto – per raccontare una storia di sentimento, avventura e sofferenza che sensibilizzi il lettore sull’attuale questione immigrazione. Ricorda Santarelli: «Adamo è mio nonno, che emigrò “all’America” nei primi del Novecento, non solo per sfuggire alla fame e alla miseria, ma soprattutto per fare quella fortuna necessaria a convincere il padre di mia nonna a concedergli la mano della figlia. La sua figura, da un punto di vista della scrittura, è stata costruita attraverso i ricordi d’infanzia, i racconti di mia madre e dei miei zii vecchie foto e oggetti ritrovati nel baule con il quale ritornò dagli Stati Uniti».
Quindi Forconi puntualizza che «in sceneggiatura Adamo veniva descritto come un uomo di campagna, fortissimo – capace di abbattere una mucca con la sola forza dei suoi pugni –, ma al contempo dall’animo nobile e gentile. Era importante per me, che ad un primo sguardo qualcosa nel lettore potesse comunicare immediatamente quelle caratteristiche. Così, studiando il suo aspetto in fase di character design, non ho potuto che ispirarmi al celebre eroe dei fumetti DC, Clark Kent, ovvero Superman».
Un lavoro, quello condotto dagli autori, la cui divisione è stata «del tutto naturale. Io, in quanto sceneggiatore, ho scritto il soggetto e la sceneggiatura. Valerio invece ha realizzato i layout, i disegni, il colore, il lettering e la copertina. In corso d’opera, con il disegnatore, ci siamo confrontati insieme sui layout per ottenere una narrazione più chiara ed efficace possibile. E alla fine il prodotto è proprio come lo volevamo, supportato da un’edizione impeccabile», conclude Santarelli.
Info: www.fanucci.it