Addio Elliott Erwitt, molto di più che un fotografo di star

A 95 anni ci lascia Elliott Erwitt, considerato uno dei più grandi maestri della fotografia de XXesimo secolo

A 95 anni ci lascia Elliott Erwitt, considerato uno dei più grandi maestri della fotografia de XXesimo secolo. È morto a New York, nel sonno nella sua abitazione.
Al secolo Elio Romano Erwitz, parigino di nascita, era famoso per le sue foto in bianco e nero di situazioni ironiche e assurde all’interno di ambienti quotidiani. «Elliott ha ottenuto il massimo proponendo una gamma d’immagini rubate e sprigionanti un aroma, un sorriso dal suo intimo più profondo», parlava così Henri Cartier Bresson nel descrivere l’arte e le capacità del suo “allievo”. Nato a Parigi nel 1928, dopo il trasferimento negli Stati Uniti, inizia il suo percorso lavorando durante gli studi in un laboratorio di fotografia che sviluppa stampe “firmate” per i fan delle star di Hollywood.

La grande opportunità gli viene offerta dall’incontro con personalità come Edward Steichen, Robert Capae Roy Stryker, che amano le sue fotografie al punto da diventare i suoi mentori. Nel 1949 torna in Europa, viaggiando e immortalando realtà e volti in Italia e Francia. Questi anni segnano l’inizio della sua carriera di fotografo professionista. Chiamato dall’esercito americano nel 1951, continua a lavorare per varie pubblicazioni e, contemporaneamente, anche per l’esercito stesso.Nel 1953 Elliott Erwitt viene invitato da Robert Capa, socio fondatore, a unirsi a Magnum Photo sin qualità di membro fino a diventarne presidente nel 1968 per tre mandati.

Oggi Erwitt è riconosciuto come uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi. I libri di Erwitt, i saggi giornalistici, le illustrazioni e le sue campagne pubblicitarie sono apparse su pubblicazioni di tutto il mondo per oltre quarant’anni. Pur continuando il suo lavoro di fotografo, Elliott Erwitt negli anni Settanta comincia a girare film. Tra i suoi documentari, si ricordano Beauty Knows No Pain (1971), Red White and Blue Grass (1973), il premiato dall’American Film Institute The Glass Maker of Herat (1997). Negli anni Ottanta Elliott Erwitt produce diciassette commedie satiriche per la televisione per la Home Box Office.Dagli anni Novanta fino ad oggi ha continuato a svolgere un’intensa vita professionale che tocca gli aspetti più disparati della fotografia.

Ad oggi, i libri di fotografia pubblicati da Erwitt sono più di 45, tra cui The Private Experience (1974), Son of Bitch (1974), Museum Watching (1998), PersonalBest (2006), Elliott Erwitt’s Kolor (2013), Found, not Lost (2021).Tra le sedi espositive più prestigiose dove Erwitt ha presentato i suoi lavori si segnala: Museum of Modern Art e International Centre of Photography a New York, Scavi Scaligeri a Verona,The Chicago Art Institute, The Smithsonian Institution a Washington, The Museum of Modern Art a Parigi (Palais de Tokyo), The Maison Européenne de la Photographie di Parigi, Museo Reina Sofia Museum di Madrid, The Barbican a Londra, The Royal Photographic Society a Bath, The Museum of Art of New South Wales a Sydney, Spazio Oberdan e MUDEC a Milano, International Center of Photography a New York, Casa dei Tre Oci a Venezia, Reggia di Venaria Reale a Venaria, Palazzo Ducale a Genova, altre diverse sedi asiatiche e molte altre.