Mamma Gina racconta Francesco D’Aliesio: gli studi in architettura e poi la svolta artistica

COME MAMMA M’HA FATTO è l'appuntamento che racconta gli artisti da un punto di vista insolito, quello della mamma

Cosa dicono le mamme dei figli artisti? Come si pongono rispetto al loro lavoro? In che modo hanno contribuito alla loro pratica? COME MAMMA M’HA FATTO, un progetto ideato da Jacopo Natoli e Loredana Calvet, articola queste ed altre domande attraverso una serie di interviste e scatti fotografici analogici alle case e alle mamme degli artisti.
La prima stagione è dedicata a Post Ex.

Post Ex, nato nel 2020, è uno degli spazi artistici indipendenti di Roma. Luogo di lavoro, sperimentazione e scambi internazionali, oggi ospita una residenza temporanea e dodici studi permanenti. Francesco D’Aliesio è tra i fondatori dello spazio.

14 giugno 2022 – intervista a Gina, mamma di Francesco D’Aliesio – 41:21 minuti 

Gina e Francesco, foto scelta da Gina

Chi è Francesco?
Francesco oggi è un uomo maturo, sensibile, eclettico, socievole ma riservato…una bella persona! Era così già da piccolo e queste caratteristiche non le ha perse crescendo, non è mai stato competitivo o aggressivo, le sue sfide sono sempre state con se stesso. Si distingueva per l’agilità, la manualità ed anche il senso artistico. I suoi disegni erano in bianco e nero perché era più attratto dal segno che non dal colore anche se poi c’è stato un periodo in cui si è cimentato nella pittura e lì il colore l’ha usato molto bene. I suoi giochi preferiti erano la Lego (faceva delle costruzioni incredibili), lo sport ed il lavoro manuale. Ricordo un episodio carinissimo: da piccolo ha avuto un periodo in cui era in fissa con il martello ed i chiodi. La notte nel sonno parlava e diceva Bum Bum! Gli lasciai un pezzo di muretto per metterci i chiodi…beh ad un certo punto ha iniziato a scolpirlo facendo un buco enorme! Ha praticato diversi sport e in maniera approfondita il kung fu e il qi gong e in quel periodo ha visto e letto tutto quello che poteva. Ma la passione più grande era ed è ancora oggi il mare. Prese a 12 anni il primo brevetto di subacquea ed iniziò a frequentare corsi di vela. oggi coltiva ancora questa passione ed un buon capitano!

Quindi c’è stato un momento in cui tu, o lui, o insieme, avete capito che avrebbe intrapreso la strada artistica?
Sì. L’essere così eclettico e capace in ogni cosa che faceva mi ha dato qualche problema nella scelta dell’indirizzo scolastico. Il primo anno di superiori ha iniziato con lo scientifico per poi passare al chimico biologico. Alla fine del primo anno mi disse che voleva cambiare scuola perché la biologia non gli piaceva e che voleva andare all’artistico. Per verificare se veramente questo cambio sarebbe stato la scelta giusta per lui gli dissi che avrebbe dovuto sostenere un esame d’ammissione e che quindi l’estate avrebbe dovuto prepararsi a questo. Beh…l’ha fatto e la sua passione è esplosa con lo studio della prospettiva! Poi ha proseguito gli studi in architettura e solo dopo c’è stata la svolta artistica, quando ha preso il primo studio per tenere marmi ed altri materiali che aveva recuperato e con i quali iniziò a lavorare.

L’hai mai aiutato nella sua pratica artistica?
Aiutato non direi. Ha sempre avuto una spiccata manualità ed io gli ho solo dato delle suggestioni quando era bambino. Io sono scultrice e quindi spesso lo portavo con me in fonderia dove lui respirava odore di arte e di cera! Gli ho fatto fare una scultura in argilla (una testa) ed il calco in gesso, un vasetto in ceramica ed in fonderia ha lavorato anche la cera. Ha fatto delle belle cose, è sempre stato molto bravo. Da adolescente ha avuto anche un periodo da writer che mi creava qualche ansia ma che per lui è stato molto importante. 

Hai avuto modo di andare alle sue mostre?
Non alle prime perché eravamo sotto pandemia ma ho sempre seguito lo sviluppo della sua pratica artistica. All’inizio certi suoi lavori non li comprendevo a fondo, ci ho messo un po’ ad entrare nella sua visione che oggi mi piace tantissimo, la trovo geniale!

Perché non ci vedevi lui o il concetto dietro?
Perché era un tipo di arte che io non sentivo, lontana da me. Lui ha una visione molto concettuale, un interesse per lo spazio e le forme nello spazio molto interessante e diverso dal mio. Resto stupefatta e meravigliata di fronte alle sue installazioni e creazioni! 

Ad esempio quali?
Ha questa concezione dello spazio, questo cambiare le regole…in bilico tra architettura e scultura. Si mantiene anche la sua necessità di fare un lavoro manuale pesante. Come per me e come per  il padre la manualità è un aspetto importante! Il lavoro fisico, la partecipazione del corpo per una persona molto mentale dà la possibilità di scaricare l’energia prodotta dal pensiero e poter sentire, oltre che vedere, la materializzazione del proprio pensiero.

Casa di Gina, foto di Jacopo Natoli

Noi spendiamo molte energie nell’educare, Francesco ha educato te in qualcosa? Oltre a questa nuova visione dell’opera d’arte?
Lui mi sta educando soprattutto adesso mettendomi di fronte ai miei limiti e portandomi un pensiero e delle analisi diverse dalle mie. Faccio difficoltà a rendermi conto di cosa mi abbia dato quando era piccolo, a parte ovvio la felicità di vederlo crescere attimo dopo attimo. Diciamo che gli ostacoli che ho dovuto superare mi hanno fatto crescere. 

Un consiglio da mamma a mamma?
Cerca sempre di prestare attenzione alle loro tensioni, cerca di capire da dove vengono. Ho inventato tanti modi per leggere i suoi bisogni, era un bambino estremamente riservato. Ricordo un momento molto difficile quando lui all’improvviso, mi disse che non voleva più andare a scuola e che le cose che imparava lì avrei potuto benissimo insegnargliele io. Siccome si rifiutava di dirmi qual’era il problema gli proposi di scrivere un diario per un mese con la promessa che  se le giornate negative fossero state di più di quelle positive io non l’avrei più mandato a scuola. Dopo pochi giorni, leggendo il diario lessi un suo scritto a caratteri cubitali: “oggi la maestra ha scaraventato Eleonora con tutto il banco, NON SO PERCHE’” . Capii che assisteva ad una violenza senza neanche comprenderne le ragioni e questo gli procurava ansia e insicurezza. Gli feci cambiare classe facendo un esposto all’insegnante ed il cielo tornò sereno! Ho letto poi che quando un bambino ti fa una domanda, in genere la risposta ce l’ha già, cerca solo una conferma. Allora un giorno Francesco mi chiese perché i soldati sono soldati, io gli girai la domanda e lui rispose: “Perché combattono contro la vita, contro la loro vita.” I figli sono un mondo da scoprire!

Parola scelta da Gina per Francesco – ritratto di Gina di Jacopo Natoli

C’è qualcosa che non gli hai mai chiesto o che non hai capito di lui?
No, io ero una mamma che chiedeva, analizzava, cercava di capire ed ho capito anche che non dovevo entrare troppo nella sua sfera privata, che dovevo rispettare i suoi tempi, che era importante che lui avesse uno spazio suo! Mi avvicinavo in punta di piedi, con delicatezza ed ancora oggi è così. Siamo molto legati ed abbiamo una buona comunicazione, diversa da quella che ho vissuto con mia madre. Con lei parlavo di tutto senza nessuna censura. Avrei voluto lo stesso rapporto intimo con mio figlio ma lui ha un altro carattere, è riservato, ha i suoi spazi, i suoi bisogni, i suoi tempi e questo merita rispetto.

Io le chiamo “birbonate” o “marachelle”, te ne ricordi qualcuna di Francesco?
Veramente no! Lui era un bambino molto tranquillo e responsabile ed io non avevo rimproveri da fargli. Una volta disegnò con un pennarello una linea che seguiva tutto il perimetro del salotto dove avevamo la moquettes. Quando entrai mi disse con gli occhi che luccicavano per l’orgoglio: “mamma guarda…ho disegnato una balena!” praticamente tutto il salotto rappresentava la sua balena, non potevo proprio rimproverarlo, era così felice!!! Una volta scavalcò una recinzione e si fece un taglio importante all’ascella. Entrò in casa e con molta calma e serietà mi disse: “mamma me so’ fatto male.” Non versò neanche una lacrima nemmeno quando gli misero ben 8 punti!

In barca, foto scelta da Gina

Un ricordo che hai di Francesco.
Francesco non era un bambino che scriveva letterine con i cuoricini con su scritto mamma tvb. Era molto affettuoso e caloroso, molto da contatto! Un giorno mi disse “mamma mi sembri una giostra”, gli chiesi perché e lui “perché ridi sempre”. Fantastico! Ci penso sempre con molta dolcezza. Ne ho tantissimi altri ma sarebbe troppo lungo raccontarteli tutti, quello che posso dirti è che è stata un’esperienza meravigliosa e che ancora oggi mi da tante belle emozioni!

IG: @post_ex_post_ex

francescodaliesio.com

Jacopo Natoli è artista e docente. Dal 2011 sperimenta la forma dell’intervista (fino alla morte, mono-parola, senza-parola, finta, multilinguistica, per pizzini, acrostica, didascalica, haiku, per citazioni, silenziosa, per immagini, per disegni, telepatica, poetica, annuale, a grandi distanze…) 

www.jacoponatoli.com

Loredana Calvet dal 2014 collabora con diversi artisti come assistente, studio manager e archivista. Oggi lavora principalmente con Gonzalo Borondo e Post Ex. Dal 2019 è mamma di Pietro.

Instagram: @calvetgram

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