La poesia primordiale della Pietra a Villa Medici

Pietre ai margini dei sentieri o cristalli ambiti, 200 capolavori da Guido Reni a Damien Hirst sono disseminati nelle stanze di Villa Medici

Accademia di Francia – villa Medici

Roma

«Sono questi sassi indifferenti e rudi che celebrano con storie i devoti allucinati e gli artisti ispirati. Sono queste rocce che la ragione titubante del Rinascimento (a metà strada tra scienza e magia) analizza, sono queste pietre che gli studiosi cinesi raccolgono, vedendo nelle fessure, nelle caverne, nelle pieghe della materia delle fughe, delle porte per lo spirito, è attraverso di loro che indoviniamo le austere geometrie che congelano la meccanica del mondo». 

Si legge così nell’introduzione al catalogo Storie di Pietra, a cura di Jean de Loisy e Sam Stourdzé, pubblicato dalle edizioni Delpire & Co, che accompagna l’omonima mostra a Villa Medici fino al 14 gennaio 2024.

Le pietre, più antiche della vita, hanno da sempre esercitato sugli esseri umani un fascino importante: poeti e artisti di tutte le epoche hanno testimoniato le profonde influenze che queste presenze silenziose hanno avuto sulle loro creazioni. Il grande scrittore surrealista Roger Caillois, la cui esposizione di notevoli esemplari minerali tratti dalla sua collezione costituisce il prologo di questa mostra, descriveva così questo rapporto: «Più di una volta mi è capitato di pensare che fosse opportuno guardare alle pietre come a una sorta di poesia». Accompagnata dalla prosa dello scrittore, la mostra è il romanzo di questa frequentazione continua che rivela come questi minerali occupino una posizione decisiva intermedia tra il capriccio della natura e l’opera d’arte.

Una mostra quella all’Accademia di Francia che conta prestiti di oltre 70 istituzioni e raccoglie quasi 200 opere, dal più antico minerale terrestre risalente a 4,4 miliardi di anni fa fino all’ultimo minerale creato dall’artista contemporanea Agnieszka Kurant, la Sentimentite.

Il percorso si snoda in dieci sale espositive e prosegue nell’antica cisterna di Villa Medici, negli appartamenti del Cardinale Ferdinando de’ Medici e nell’atelier Balthus. Le suggestioni che queste pietre hanno suscitato negli artisti di tutte le epoche ci permettono di misurare fino a che punto i nostri pensieri, i nostri miti, le nostre proteste e, talvolta, anche le nostre inquietudini abbiano beneficiato della loro vicinanza. Vi dialogano riuniti, al di là delle contingenze della Storia, pietre ai margini dei sentieri e cristalli ambiti, pietre votive, semplici rovine o armi dei deboli per difendersi dai potenti, oggetti di studio scientifico, di contemplazione romantica. E tra gli Uomini, dalle società megalitiche ai grandi nomi della modernità, troviamo Auguste Rodin o Giuseppe Penone, Charlotte Perriand o Antonio Tempesta, Tatiana Trouvé o facteur Cheval; tutti, ispirati dai loro misteri sedimentati, sono gli araldi di questa vasta narrazione.

La mostra è realizzata grazie all’eccezionale supporto finanziario di VAN CLEEF & ARPELS. La scenografia della mostra è realizzata da Piovenefabi.