La luce abbraccia tutto: Verdiana Bove e Luigi Ghirri protagonisti nella nuova mostra da Eddart

Luigi Ghirri e Verdiana Bove protagonisti della nuova bi-personale presentata da Eddart nella cornice romana di Palazzo Taverna con un'inedita riflessione sulla luce come portale per dimensioni intime e ancora inesplorate

EDDart, galleria d’arte incastonata nella storica cornice Capitolina di Palazzo Taverna, apre al pubblico dal 20 ottobre il nuovo progetto espositivo “La luce abbraccia tutto: Verdiana Bove e Luigi Ghirri”. Un affascinante dialogo tra due artisti che si dipana tra epoche e media differenti. In mostra vengono presentate cinque fotografie, sia di interni che di paesaggi, realizzate tra gli anni ’70 e ’80 dal fotografo emiliano Luigi Ghirri (Scandiano 1942 – Roncocesi 1992), tra le più celebri figure del panorama internazionale del secondo Novecento, e i lavori, tra cui alcuni inediti, per la prima volta esposti nella galleria della Capitale, della giovane artista romana Verdiana Bove, classe 1996, co-fondatrice dell’artist run space Condotto 48. L’interessante relazione presentata nelle sale di EDDart è frutto di un attento lavoro di ricerca sui due artisti e sull’utilizzo della luce come elemento tangente dei loro rispettivi percorsi: sia il primo sviluppato attraverso il medium della macchina fotografica, quanto il secondo, con pennellate sulla tela, indagano la potenza di questo elemento nell’alterare la percezione della realtà, generandone una visione nuova, più propria e personale.

Ghirri, divenuto celebre proprio per l’uso della luce nelle sue foto, non è mai stato interessato tanto ad una riproduzione fedele della realtà, piuttosto ad utilizzare la fotografia come mezzo per “porre domande sul mondo” come lui stesso chiarisce nelle sue lezioni di fotografia tenute all’Università del Progetto di Reggio Emilia. La realtà per Ghirri è solo un presupposto, un elemento primordiale da cui poter far germogliare prospettive inedite irradiate da uno spettro nato dall’intimità individuale.

Verdiana Bove lascia che la sua ricerca prenda piede dall’uso della fotografia, non scattando ma ripescando fotografie personali della sua memoria e dei suoi ricordi da cui si lascia ispirare per creare le sue opere. La giovane pittrice, come il celebre fotografo, non è nuova nel porre al centro della sua ricerca forte rilievo e importanza all’uso della luce: servendosi di una gamma cromatica vivace e brillante, ambienta i suoi soggetti in un tempo lontano, passato e distante quasi a voler ricreare, attraverso pennellate decise e dirette, sentimenti ed emozioni vissuti che ritornano a prendere vita. Le figure vibrano in queste ambientazioni offuscate composte di luce e colore dove, con un occhio più attento, scavando tra le pennellate e gli strati di ricordi trasformati in pittura, si intravede il soggetto del quadro.

E’ da questo accostamento e fusione di ricerche che prende vita l’idea del progetto, articolato nelle sale della galleria, in cui, per citare le parole di Simone Zacchini, autore del testo critico della mostra, “i luoghi reali ma metafisici” di Ghirri “hanno fornito ispirazione alla pittura di Bove”. La giovane artista realizza appositamente una serie di opere, in stretta relazione con i soggetti, le atmosfere e i colori tenui e delicati del fotografo. Per l’occasione la pittrice ha abbandonato i colori brillanti e saturati caratteristici della sua più recente ricerca per realizzare eleganti opere bi-cromatiche su sfondo di tela grezza trattata con gesso acrilico trasparente. Sulle superfici si posano leggere pennellate bianche, un interessante espediente che mira alla trasformazione delle opere in luce pura. Opere all’apparenza minimali, i lavori di Bove, lasciano trasparire riferimenti non letterali con le fotografie di Ghirri esposte in mostra e sembrano apparire come un chiaro richiamo alla pellicola di un negativo fotografico.

Bove lasciandosi ispirare dalle fotografie, pregne di luce pacata e sospesa, ha saputo far relazionare perfettamente i suoi personaggi con gli ambienti e i soggetti immortalati da Ghirri, dando vita così a figure che sembrano fluttuare sospese in bilico tra realtà e immaginazione, tra presente e passato, tra tangibile ed etereo, tra ricordo e finzione, donando alla mostra un’unica atmosfera sospesa, lontana ed intima. Impregnati di memoria e poesia, i lavori dei due artisti sono composti da un perfetto equilibrio tra quello che decidono di mostrarci e ciò che invece ci viene nascosto, quasi invitando lo spettatore a perdersi nelle storie che gli vengono presentate. Incuriositi, ci muoviamo davanti a questi frame di racconti, iniziamo a fantasticare cercando di trovare risposte, addentrandoci sempre di più nella realtà che i due artisti hanno voluto creare. Due percezioni del mondo viste attraverso linguaggi differenti, ma che tendono alla stessa percezione intimistica della realtà, ci avvolgono e accompagnano per tutto il percorso della mostra trasportandoci altrove.

La luce abbraccia tutto: Verdiana Bove e Luigi Ghirri
fino al 2 dicembre 2023
EDDart – Palazzo Taverna
Via di Monte Giordano 36, 00186 Roma
info:https://eddart.net/