Pratiche di memoria. Sorgerà a Berlino il nuovo centro dedicato all’occupazione nazista dell’Europa

Il Parlamento tedesco ha approvato il progetto che sarà concepito dal Deutsches Historisches Museum e che dovrà "includere gruppi di vittime che finora hanno ricevuto meno attenzione"

Il Bundestag ha votato per l’istituzione di un nuovo centro espositivo e di ricerca a Berlino. Il progetto sarà dedicato ad ampliare e rafforzare la memoria del terrore nazista che la Germania ha inflitto ai Paesi europei, occupandoli durante la Seconda Guerra Mondiale. Con l’approvazione del Parlamento tedesco, il governo dovrà ora trovare una sede per il nuovo centro, garantirgli una mostra permanente e i fondi per quelle temporanee, oltre alla gestione e ai finanziamenti per i programmi educativi e di ricerca.

Un passo importante, che incrementa il numero già elevato di luoghi commemorativi per le vittime ebree, omosessuali, sinti e rom dell’Olocausto che hanno iniziato a sorgere a partire dagli anni novanta in Germania. A prefigurare quest’ultimo progetto, nel 2018 il governo guidato da Angela Merkel ha presentato nel suo accordo di coalizione il proposito di riconoscere «in un dialogo con i nostri vicini dell’Europa orientale» tante altre vittime.

Si colloca proprio qui il nuovo centro approvato dal Parlamento tedesco. La ministra della Cultura Claudia Roth ha dichiarato che l’istituto «ci mostrerà gli orrori della guerra di dominazione e annientamento della Germania». «Questo importantissimo progetto di cultura della memoria chiarirà anche che non dimenticheremo mai la sofferenza delle persone nei Paesi occupati dalla Wehrmacht», ha continuato Roth.

Il centro sarà concepito dal Deutsches Historisches Museum e sotto il suo coordinamento opererà come una fondazione indipendente. Come ha dichiarato il Bundestag, il proposito del centro sarà di «documentare in modo esaustivo le sofferenze delle vittime, dare spazio al ricordo e alla commemorazione e includere gruppi di vittime che finora hanno ricevuto meno attenzione», ovvero i cittadini polacchi, dell’Europa orientale e sovietici, considerati “slavi inferiori” o “Untermenschen”.

Il progetto si configura quindi come uno strumento per contrastare nella popolazione tedesca «l’ignoranza sull’occupazione da parte della Germania nazista dei Paesi europei vicini e sulle conseguenze di lunga durata per questi Paesi e i loro popoli», ha aggiunto il Bundestag.

«Un segnale per le persone nei Paesi ex occupati che la Germania è disposta a guardare da vicino», ha dichiarato Raphael Gross, il presidente del Deutsches Historisches Museum.