Un progetto interdisciplinare, quello di Diego Marcon. E soprattutto, il primo di così ampia portata ospitato da un’istituzione italiana. Al centro dell’iniziativa dell’artista, tra i più interessanti sul piano internazionale, c’è il Centro Pecci di Prato, che esporrà il percorso di Marcon tra il prossimo 30 settembre e il 4 febbraio 2024. La mostra Glassa, appositamente progettata per le dieci sale dell’ala Gamberini, ha le caratteristiche di un’esperienza immersiva, volta a mettere in contatto il pubblico con temi esistenziali attraverso lo sfruttamento delle potenzialità offerte da un approccio multidisciplinare. Per creare questo ambiente, Marcon sfrutta infatti sculture, pubblicazioni, video, film e animazioni.

L’interazione con lo spazio ha un’importanza imprescindibile. Il direttore del Centro Pecci, Stefano Collicelli Cagol, ha dichiarato che «la visionarietà di Marcon conquisterà bambini e adulti per la sua capacità di toccare temi universali, quali la vita e la morte ma anche il senso dell’arte. Marcon utilizza elementi che si connettono immediatamente al nostro vissuto, l’infanzia o i piccoli cagnetti, generando emozioni contrastanti e un senso di vertigine che sfrutta le potenzialità dell’architettura creata nel 1988 da Italo Gamberini al Centro Pecci. Siamo convinti che la mostra conquisterà tutte le tipologie di pubblico, all’insegna di quella particolare attenzione nei confronti della comunità che, da sempre, rappresenta la cifra distintiva della nostra istituzione museale, punto di riferimento del contemporaneo per l’intero Paese oltre che a livello internazionale».


Con la grandiosità di questa proposta per il pubblico, il Centro Pecci, nonostante le recenti vicende che lo hanno riguardato, sembra ribadire il proprio ruolo cardinale nel panorama nazionale contemporaneo, affermandosi come centro propulsivo di esperienze artistiche notevoli. Inoltre, come ricorda Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana, il progetto di Marcon si presenta anche come occasione per celebrare i trentacinque anni di apertura del Centro, sia per il profilo elevato dell’artista, sia per l’interazione del progetto con gli spazi museali.


La mostra, finanziata da privati, in particolare Intesa San Paolo e lo sponsor Cellerese, è curata da Elena Mangini, che ha rimarcato l’integrità del percorso espositivo. La mostra, in tutta la sua articolazione, è infatti punteggiata da due serie di cani morti in ceramica, affissi alle pareti. Ma il percorso si definisce soprattutto per il suo aspetto cinematografico: film e corti animati si alternano nelle sale per poi arrivare a Dolle (2023), film vincitore del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea. E tutto ciò è proiettato a sua volta in uno spazio definibile come «apparato cinematografico», in quanto proprio con lo sfruttamento di lucernari a soffitto i movimenti del pubblico vengono coreografati attraverso precisi intenti di illuminazione.
Un’esperienza visiva e sensoriale, quella che Marcon ha progettato, con l’obiettivo di far entrare il pubblico in contatto con i grandi temi esistenziali attraverso la vita quotidiana. In altre parole, per scavare al di sotto della glassa, superando un’immagine della vita precisamente confezionata.

Diego Marcon, Glassa
Dal 30 settembre al 4 febbraio 2024
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, viale della Repubblica 277, Prato
info: centropecci.it