Performative 03, Alessandro Giuli: «Guardiamo all’arte come strumento per contemporaneizzare la tradizione»

Si chiude il festival aquilano dedicato alla performance organizzato dal museo MAXXI, lasciando aperti interrogativi e accese grandi speranze

I riflettori puntati su L’Aquila già prima della stagione estiva stanno ormai lentamente spegnendosi. La città ha certamente goduto di un’attenzione che le istituzioni e i cittadini hanno saputo gestire al meglio, attraendo attraverso la cultura un grande pubblico che in molti casi, per la prima volta o dopo molti anni, si avvicinava al capoluogo abruzzese ricoprendone i tesori, nascosti e non.
Performative 03, il festival organizzato dal Museo MAXXI L’Aquila dal 14 al 16 settembre, ha seguito la scia di Panorama, l’esposizione curata da Cristiana Perrella firmata Italics, continuando a rendere la città un palcoscenico diffuso dove l’arte contemporanea ha certamente avuto i suoi 15 minuti di celebrità.

Olga Kozmanidze, photo Giada Spera, courtesy Fondazione MAXXI

L’arte si innesta nella comunità

L’intenzione di rendere L’Aquila un centro nevralgico dello sviluppo culturale del paese sembra basarsi su presupposti reali: la ricchezza del territorio, guardando sia al campo della ricerca che al patrimonio culturale antico e moderno, lascia sognare un domani davvero prospero. Tutto è ancora in divenire e resta da sperare che tutto quello su cui in questi anni si è investito possa davvero continuare a crescere. 

I presupposti ci sono e l’amministrazione aquilana, con capofila il suo sindaco Pierluigi Biondi, non perde occasione per sottolineare quanto la gestione della proposta culturale sia davvero uno degli strumenti più efficaci messi in campo in questa fase storica di riattivazione della città e del suo territorio circostante, un entusiasmo condiviso con la governance del Museo: «Arrivare alla terza edizione di Performative è una testimonianza di come questa iniziativa si stia radicando nella comunità«, commenta Bartolomeo Pietromarchi, direttore del MAXXI. «L’attenzione devoluta a questo festival lo dimostra. Incroci di discipline diverse prendono vita per l’intera città. La collaborazione con l’accademia e con gli altri centri promotori della cultura del luogo è il cuore di tutto questo». 

Bartolomeo Pietromarchi, photo Giada Spera, courtesy Fondazione MAXXI

I momenti salienti

Il MAXXI si cimenta ancora nella sfida del divulgare le potenzialità di un espressione artistica multidisciplinare come la performance. L’assenza di staticità e la capacità di interazione fanno del ventaglio di proposte ideato da Pietromarchi, sostenuto dalla curatrice Fanny Borel, un buon megafono capace di riverberare lontano. Anche per questa edizione si cerca di assemblare un palinsesto che coglie l’occasione di mescolare le proposte della scena underground come Aurelio Di Virgilio, OHT con Silvia Costa o ancora John Cascone con Jacopo Natoli insieme a figure ormai ben sedimentate nel panorama nazionale come Marzia Migliora. Un carotaggio funzionale alla messa a fuoco, seppur non chiaramente esaustiva, di uno stato di salute della scena italiana legata al mondo dell’azione performativa.

Aurelio Di Virgilio, photo Giada Spera, courtesy Fondazione MAXXI

L’apertura del festival con l’esibizione di Olga Kozmanidze vuole velocemente far comprendere il livello qualitativo a cui si desidera fare riferimento: la performer presenta Self Reversing, progetto curato da Sibilla Panerai, omaggiato con il Premio Performative 03, che risulta in grado di squassare il timido silenzio di un pubblico non ancora caldo. L’esibizione rievoca e canalizza i fantasmi dell’isteria ottocentesca attraverso un esperimento sonoro di canto ‘all’indietro’, che recupera e potenzia la vocalità del femminile selvaggio e riflette sull’alterità insita nella lingua

Attesissima la proposta dei Motus, il duo composto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande che portano al Palazzetto dei Nobili due progetti: Of the nightingale I envy the fate (Dell’usignolo invidio la sorte), ispirato alla figura della sacerdotessa Cassandra e You were nothing but wind che prende invece spunto da Ecuba, regina di troia e moglie del principe Ettore. Il risultato della messa in scena si decodifica in una riflessione sul concetto di “Post Human” che viene richiamato  a partire dall’icona classica fino ad attraversare le viscere del nostro contemporaneo. 

Notevole di menzione anche la performance Flow. Voci d’acqua di Marzia Migliora con il compositore Luca morino. L’esibizione si presenta come un canto dedicato alla preziosità dell’acqua e del suo speciale rapporto con la città de L’Aquila. L’elemento naturale diventa oggetto di preghiera in un itinerario che attraversa il capoluogo abruzzese in una cerimonia collettiva di forte potenza comunicativa. 

Marzia Migliora, photo Giada Spera, courtesy Fondazione MAXXI

All it was a dream (?) 

L’arte contemporanea quindi resta a vegliare su L’Aquila, orgogliosa di poter mettere a disposizione il suo potenziale per la crescita di un intero contesto comunitario: «L’Aquila aveva bisogno di mostrarsi. Il grande lavoro fatto in questi anni deve aprirsi», spiega il presidente del MAXXI Alessandro Giuli. «Le istituzioni culturali presenti sul territorio sono l’alimentatore di tutto questo fenomeno. Il tessuto connettivo abruzzese produce energia e Performative si inserisce magistralmente in questo mosaico. Il MAXXI insieme a tutti i cittadini sta cercando di mettere in opera l’arte come azione, come exemplum. Oggi vogliamo guardare all’arte come strumento in grado di contemporaneizzare la tradizione». 

Perfromative chiude i battenti ma il Museo MAXXi rimane aperto. La proposta culturale contemporanea rimane a disposizione del pubblico cittadino e non solo. Rimaniamo in attesa di conoscere le sorti future del Festival, figlio legittimo del direttore uscente Pietromarchi. Nella speranza che quello di cui siamo stati testimoni non sia il canto del cigno di un’efficace offerta dell’istituzione, soggetta a prevedibili cambiamenti con il prossimo passaggio di testimone alla guida del Museo, non ci resta che dedicare a L’Aquila un grande applauso, dimostratasi una città fervente che guarda al domani, fiera di essere forte abbastanza per scrivere il proprio futuro. 

Info: maxxilaquila.art
Performative 03, a cura di Bartolomeo Pietromarchi
13-15 settembre 2023
L’Aquila

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