T(w)O EDGE due bordi_al limite di Angelo Gallo a cura di Simona Spinella e con i testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli è una mostra ospitata al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza fino al 17 settembre 2023. Il nuovo progetto installativo è promosso da A-HEAD_Angelo Azzurro ONLUS, che ha dato il via ad una serie di eventi dal 2017 che sono volti a sensibilizzare le persone sulle problematiche derivanti dalle malattie mentali ed eliminarne lo stigma attraverso un percorso conoscitivo che utilizzi l’arte come strumento privilegiato; il curatore di A-HEAD è Piero Gagliardi.

La scelta del titolo si riferisce al tema del doppio in quanto vi sono due opere che si relazionano e il concetto parte dall’idea di riproducibilità e tiratura della grafica d’arte, che ha portato alla creazione quindi di queste due opere: “Studio della scultura dell’ala. Opera unica di possibile tiratura illimitata”, una lastra di rame su cui Gallo ha inciso lo studio per un’ala, e la scultura installazione “Edge”, un’ala realizzata in resina e polvere di marmo. Quindi la parte della teca contenente la matrice è chiusa con chiave e sigillo in ceralacca, ma vi è una possibile interazione: il fruitore può voler rompere il sigillo, aprire la teca, prendere la matrice e produrre quante più copie possibili o lasciarla chiusa. Quindi vi è un rapporto tra unicità, riproducibilità e interazione che rende tutto un’incognita; l’unione di questi tre elementi viene concepita come possibilità di libertà, di ampliazione delle vedute, di apertura alla novità, che stanno alla base della creazione e della recezione di ciò che l’arte può produrre. “Il principio fondamentale della Psicologia della Gestalt o Psicologia della forma si fonda sul concetto che il tutto è superiore alla somma delle singole parti: secondo questa teoria ciò che percepiamo non è la somma di elementi, ma una sintesi della realtà. […] L’artista ‘sigillando’ la matrice di rame all’interno di un contenitore dichiara che l’opera è da considerarsi come lavoro unico e irriproducibile, ma contestualmente consegna nelle mani del suo possessore una possibilità: rompere il sigillo e aprire l’opera alla serialità, a reiterare l’atto artistico all’infinito.


Questo trasferimento di volontarietà, dall’autore al proprietario dell’opera, è la chiave di lettura di tutta l’installazione. È l’elemento di incognita, di variabile di indeterminatezza che ci proietta in una condizione di sospensione, di probabile perdita dell’‘aura’, per dirla con Benjamin, che ne determinerà la sua riproducibilità”, dal testo critico di Giuseppe Capparelli. L’artista dichiara sulle opere in tiratura: “Come concetto generale un’opera avente una tiratura genera interazione in fase di produzione, in quanto l’artista e/o lo stampatore maneggiano e rimaneggiano la matrice, lavorano alle prove di stampa, producono una tiratura scelta e dopo di che le diverse copie vengono in possesso di più utenti, opere potenzialmente identiche, sostituibili l’un l’altra. L’interazione continua tra le diverse opere e i possessori, gli ospiti dei possessori o degli eventi nelle quali vengono coinvolte, come ad esempio le varie mostre. Continua tra i possessori e l’archivio, tra chiunque avrà modo di fruirne e tutto il sistema di produzione e divulgazione.” In arte l’impossibile diventa possibile così che la riproducibilità e l’unicità si intrecciano all’infinito e si assiste alla trasformazione dell’opera grazie all’intervento sempre diverso di chi viene a visitarla e che trasforma anche se stesso in un percorso imprevedibile. L’esperienza della scelta che determina come affrontare l’opera, è essenziale per la realizzazione a pieno della stessa, perché la comprensione del messaggio o del concetto di base rende irripetibile la fruizione che ciascuno può avere e soprattutto rende completo il lavoro, gli dà un significato sempre diverso.
L’osservazione dell’istallazione ci fa interrogare su noi stessi mettendoci in una condizione di soggezione, ma anche di crescita personale, dalle parole di Gallo: “Si può salire su Edge, vestendosi dunque di un’ala, e di fronte, in stretta connessione, si ritrova un’opera che potrebbe diventare l’opposto di ciò che rappresenta e questo non può che creare una rottura, un dubbio nel fruitore che si ritrova costretto ad interrogarsi su qualcosa di cui magari non si era mai interrogato. Ciò succede anche all’inverso. Partendo da Studio della scultura dell’ala ci si interroga sull’estetica e sul concetto.” La collocazione nello spazio delle due parti del lavoro è essenziale per comprendere l’obiettivo dell’operazione, infatti al centro vi è un piedistallo, essenziale per ciò che Gallo ha voluto realizzare, perché da lì è possibile godere dell’intera installazione e interagire con essa, crearsi un proprio spazio vitale o di approfondimento dell’esperienza, determinando anche il tempo della fruizione, elemento non secondario. Quindi il Cyan Carpet, in italiano tappeto di color ciano, accompagna l’osservatore nel suo percorso.

Inoltre è importante capire la genesi del lavoro dell’artista: “Lʼopera sembra uno dei 18 fogli che compone il quaderno leonardesco, al disegno anatomico dellʼala Gallo, aggiunge una serie di appunti tra cui la nomenclatura ossea dellʼala, notizie in merito alla stampa, un pensiero ben preciso: “Un ala può essere utile a riadattare il corpo e lʼanima alla consapevolezza di una visione altra, meno strutturata, più ampia. Può ritrovare lo spazio ospitante e far ritrovare la voglia dellʼaltra, dellʼampliarsi delle possibilità, delle visioni”. Tale pensiero sottintende a mio avviso che per volare sono molto importanti i due bordi: il bordo di entrata e il bordo di uscita delle ali e essere al bordo è come essere al limite, essere nel massimo grado possibile di una scelta” dal testo critico di Simona Spinella.

La realizzazione di questo lavoro è stata supportata da colloqui con Piero Gagliardi e la dottoressa Stefania Calapai, ha avuto il supporto della curatrice Simona Spinella e di Giuseppe Capparelli il quale è stato presente in tutte le fasi del progetto ed ha scritto un testo critico significativo, e verrà presentato nei prossimi due anni a Roma, Napoli, Milano, Londra e Berlino.
Angelo Gallo conclude: “Spero che questa serie possa far aprire un dialogo tra addetti ai lavori e non, mettendo in discussione il valore artistico delle opere grafiche troppo spesso sottovalutato ed analizzato unicamente dall’occhio del mercato. È necessario ricordarsi che l’arte è creazione, è bisogno di espressione, di confronto, è un percorso poetico che parla di artisti, di società, di anima e non di un cumulo di materiali addobbati al piacere estetico destinati ad essere valutati da qualcuno per esser parte di un mercato.”