Rimossa la scultura della Madonnina spuntata nel weekend nelle acque della Darsena

Rimossa la Madonnina e multato Fabrizio Spucches per la sua operazione non autorizzata su cambiamento climatico e mercificazione dell'arte

Souvenir. È così che Fabrizio Spucches ha battezzato l’installazione al centro delle polemiche di questi giorni. Si tratta di un esemplare della Madonnina, simbolo di Milano, immerso nelle acque della Darsena, come se il resto dell’edificio – e dunque per estensione l’intera città – giacesse sommerso sul fondale del bacino. «Souvenir – ha spiegato l’artista in una video-dichiarazione – è un’installazione per ragionare sul cambiamento climatico. Una madonnina che fuoriesce dall’acqua come se Milano fosse totalmente inondata. Questa installazione è stata fatta nonostante il veto della Veneranda Fabbrica del Duomo e nonostante il divieto del Monsignor Borgonovo». Il richiamo al cambiamento climatico e ai conseguenti fenomeni meteorologici violenti è evidente, ma l’intento dell’opera non si arresta qui. Questa era infatti la suggestione che si proponeva di generare il progetto iniziale, mentre Souvenir è anche il risultato di una polemica attorno al concetto di mercificazione. L’installazione, priva dei permessi, è spuntata nella Darsena venerdì 8 settembre ed è stata sequestrata il giorno successivo dai vigili con una conseguente multa per l’artista di 350 euro.

Partendo dall’inizio, l’installazione originaria è sostanzialmente uguale a Souvenir, con la differenza che la Madonnina non sarebbe stata una riproduzione in scala ma avrebbe presentato un’altezza di più di quattro metri. O meglio, presenta dimensioni di questo tipo, essendo già stata realizzata. L’installazione era infatti prevista per lo scorso luglio e godeva di tutti i permessi necessari: oltre ad avere il patrocinio del Comune, alla realizzazione dell’opera hanno concorso i fondi dell’Unione Europea. Accanto a ciò, a promuovere e organizzare il progetto è stata un’associazione umanitaria, in quanto l’inaugurazione dell’opera avrebbe coinciso con l’inizio di un percorso volto ora alla sensibilizzazione sul tema del cambiamento climatico, ora alla raccolta fondi per le popolazioni colpite da eventi estremi.

A due giorni dall’inaugurazione, il progetto è stato però bloccato dall’Arciprete del Duomo di Milano, Mons. Gianantonio Borgonovo, che si è scagliato contro una presunta mercificazione dell’immagine della Madonnina, opponendo di conseguenza il suo veto all’iniziativa. Ed è da questo divieto che nasce Souvenir. Le motivazioni, ora ampliate, dell’installazione e le sue nuove caratteristiche vengono chiarite dallo stesso Fabrizio Spucches nella sua lettera aperta al Mons. Borgonovo.

«Allora mentre mortificato dal suo divieto passeggiavo in Piazza Duomo, ho pensato che dovete avere un senso del concetto di “mercificazione” diverso dal mio, perché in pochi metri ho incontrato centinaia, migliaia di souvenir della Madonnina. Solo nel vostro shop ufficiale ci sono modellini di diverse dimensioni, oltre al fatto che l’effigie della Madonnina è riprodotta su tazze, profumi e persino alcolici. E sa che ho pensato? Che il peccato più grande sia invece stare con le mani in mano: così ho comprato proprio da voi il modello più prezioso, una Madonnina in bronzo da 790 euro, e l’installazione l’ho fatta ugualmente». Ed è proprio questo esemplare acquistato ad essere esposto nella Darsena.

L’obiettivo di Spucches con il suo contro-progetto, che come anticipato è già stato rimosso e sequestrato, è quindi quello di polemizzare contro un divieto incoerente. Ampliando la questione posta in principio, quindi quella climatica, Souvenir – già ironicamente a partire dal titolo – mette al centro dell’attenzione i molteplici usi e riusi del concetto di mercificazione, chiamato in causa non nell’ambito dello shop della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, ma di fronte a un progetto di raccolta fondi umanitario.