Corpi mutanti che implodono. Riflettere sulla mutazione alle OGR Torino

Desiderio e vulnerabilità sono al centro delle opere alle OGR di Torino, in un'indagine su nuove soggettività e riscrittura dei corpi

Riflettere sulla mutazione dell’essere umano all’interno di ecologie complesse è il compito che si prefigge di fare mutating bodies, imploding stars -mutanti, sotto un cielo che implode, il nuovo progetto di OGR Torino, a cura di Samuele Piazza. Nel Binario 2 delle OGR, la mostra mette in dialogo – dal 6 al 17 settembre 2023 – opere che spaziano dalla pittura alla performance, dalla scultura alla video installazione, realizzate da Alex Baczyński-Jenkins, Eglė Budvytytė, Guglielmo Castelli e Raúl de Nieves.
Il percorso espositivo considera desiderio e vulnerabilità come fattori centrali delle relazioni, e incarna alcune ricerche che indagano la simbiosi e l’evoluzione interdipendente come fondamenti di nuove soggettività e di riscrittura dei corpi. Media diversi per realizzare un accostamento tra umano e geologico, in una collisione tra tempo astronomico e tempo biologico.

Raúl de Nieves, I woke up from a dream that gave me wings, 2019. Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY, Brescia. Photo Melania Dalle Grave, DSL Studio

I visitatori saranno accolti da una serie di opere scultoree di Raúl de Nieves: creature che abitano la mitologia personale dell’artista e che affondano le radici in un immaginario capace di reinterpretare il folklore messicano ibridandolo con motivi eterogenei, derivati dalla tradizione cattolica quanto dalla nightlife queer. Queste sculture coloratissime ci trasportano in una dimensione dove è possibile ridisegnare la propria identità e immaginare un futuro diverso, riconnettendosi al proprio passato personale e ancestrale.

I quadri di Guglielmo Castelli sono caratterizzati da eleganti quanto claustrofobiche composizioniabitate da personaggi i cui corpi sembrano negoziare la propria presenza con i bordi del dipinto e con gli oggetti che saturano le ambientazioni rappresentate. Ispirate a suggestioni letterarie, queste figure ricordano illustrazioni di storie per bambini o disfunzionali marionette di carta: sono corpi ibridi mappati dalla pittura, costretti a contorcersi, raggrupparsi o spostarsi secondo una crescita quasi vegetale.

Guglielmo Castelli, Settle the bill with the rest of the world, 2021. Courtesy the Artist            

Il video di Eglė Budvytytė, Songs from the Compost. Mutanting Bodies Imploding Stars (da cui la mostra s’ispira per il titolo) realizzato in collaborazione con Marija Olšauskaitė e Julija Steponaitytė, tra le foreste e le dune sabbiose della Lituania, segue i movimenti di un gruppo di performer in un paesaggio incontaminato. I corpi dei protagonisti sono in continuo movimento: strisciano a terra, si immergono in acqua, si intrecciano. “Ciao, sono un cyborg, un simbionte, un alieno non binario… sono un confine tra pietra e intelligenza animale”recita la canzone che accompagna i loro movimenti. Ispirato agli scritti della biologa Lynn Margulis e della scrittrice Octavia E. Butler, i versi di questo testo esplorano idee legate ai concetti disimbiosi e ibridazione

Eglė Budvytytė in collaboration with Marija Olšauskaitė and Julija Lukas Steponaitytė
Still from ‘Songs from the compost: mutating bodies, imploding stars’, 2020, 4K video, 28 min
Image courtesy of the artist

In occasione dell’opening del 6 settembre, il museo presenta la sound performance di Ramona Ponzini, questa volta negli spazi del Duomo delle OGR: Oroshi • Asobi • Okuri è un live ispirato alla tripartizione delle feste nipponiche tradizionali. Come un moderno rito sciamanico sonoro, affonda le radici nel mito giapponese della Caverna Celeste e risponde a un sentimento di insofferenza, invitandoci a “disertare” un sistema fondato su sopraffazione, distruzione, violazione e contaminazione. L’impianto sonoro basato sull’utilizzo di voce, piccole percussioni e vinile è costruito sulla ripetizione come azione rituale, per la creazione di una comunità che condivide un “sentire” profondo, dove l’indugio è uno strumento per recuperare l’intensità della percezione delle cose.Performance di Alex Baczyński-Jenkins

Alex Baczynski-Jenkins, Us Swerve, 2014. Performance at Swiss Institute, New York, 2016. Courtesy the artist. Photo Daniel Pérez

In conclusione della mostra, il 15-16-17 settembre, nel Binario 1 si terrà Us Swerve, performance di Alex Baczyński-Jenkins. Dei performer sui pattini orbitano l’uno intorno all’altro mentre recitano, remixano e riformulano frammenti di poesia che meditano sul tema del desiderio. Questa “partitura” coreografica polifonica è perennemente alterata dai movimenti, dagli atteggiamenti e dagli affetti dei performer. Man mano che questi circolano, iniziano a canalizzare un archivio queer di versi e citazioni, includendo riferimenti a poesie di scrittori come Essex Hemphill, Eileen Myles e Langston Hughes. Queste articolazioni del desiderio e la sensualità della ripetizione danno il via all’azione dei pattinatori, creando un tableau nel quale muoversi.