Addio a Luca Maria Patella, artista multimediale lontano da ogni etichetta

Attivo sin dagli anni '60, Luca Maria Patella è stato un punto di riferimento per lo sviluppo dell'arte concettuale del secondo Novecento

È morto a Roma Luca Maria Patella, uno dei primi artisti a condurre ricerche sperimentali usando il multimediale come forma d’arte. Ci lascia così uno dei grandi del nostro contemporaneo che fin dagli anni ’60 ha operato in un ampio spettro di ricerche sperimentali. Dalla grafica alla fotografia, dal libro d’artista al “film-opera” e al video, all’uso del gesto e del corpo nelle performance, dall’indagine psicoanalitica all’analisi interdisciplinare tra arte e scienza, ha operato anche come regista e letterato (saggio, romanzo, poesia).

Il suo uso del linguaggio verbale in tutte le sue possibilità espressive, a volte fino alla scomposizione in fonemi, ne mostra la complessità dei significati molteplici. Azione e linguaggio, linguaggio e azione sono le colonne portanti di un percorso artistico fatto di pensiero e riflessione.  Impossibile etichettare l’arte di Patella, è stato tra i primi artisti europei a realizzare una mostra come visione di diapositive ed ha anticipato intuizioni tra la Land Art, il “Comportamentismo” e il Concettualismo, pur restando un artista “totale”, autonomo e incatalogabile. 

Ha fatto parte del gruppo della Galleria L’Attico di Roma con opere come Ambiente proiettivo animato (1966-68) e film quali Terra animata (1967) e SKMP2 (1968). L’attività successiva si è indirizzata soprattutto alla creazione di articolate installazioni con un’interazione tra i vari linguaggi espressivi e la loro complessa simbologia.