Addio a Michela Murgia, i funerali nella Chiesa degli Artisti a Roma

L'ultimo atto politico di Michela Murgia, i suoi funerali «una celebrazione della strada percorsa insieme».

Coraggiosa, sfacciata, libera. Michela Murgia è morta la notte di San Lorenzo, in seguito a un carcinoma maligno al quarto stadio che lei stessa aveva raccontato in questi ultimi mesi, in un ennesimo atto politico. «Non è vero che il mondo è brutto, dipende da che mondo ti fai». L’ultimo insegnamento che ci ha lasciato, per imparare ad abitare la fine della vita, fino all’ultimo giorno. Sarà a Roma l’ultimo saluto alla scrittrice e attivista femminista, sabato 12 agosto, alla chiesa degli Artisti, la Basilica di Santa Maria in Montesanto, in piazza del Popolo. La celebrazione religiosa, scelta in linea con la fede che l’ha sempre contraddistinta, inizierà alle 15.30.

L’autrice di Accabadora aveva scelto di trascorrere il suo ultimo periodo di vita in una grande casa con giardino acquistata per lei e tutti i dieci membri della sua queer family. Un nido d’amore «in cui – come lo definì l’autrice – le relazioni contano più dei ruoli» e dove i rapporti «superano la performance dei titoli legali e limitano le dinamiche di possesso». Un racconto del suo privato che ha scelto di portare avanti pubblicamente perché – spiegò il giorno delle nozze – «il nostro vissuto personale oggi è più politico che mai, e se potessi lasciare un’eredità simbolica, vorrei fosse questa».

Le sue ultime volontà le ha racchiuse in una lettera lasciata all’avvocata, nonché sua amica intima, Cathy La Torre. «Michela ci ha mostrato che tutelare le forme relazionali non tradizionali ma che sono comunque famiglie è oggi una battaglia politica urgente e aggiungo, dal canto mio, anche una battaglia giuridica fondamentale. Ha fatto testamento e predisposto tutto per tutelare una famiglia che lo Stato non tutela». 

La scrittrice sarda ha lasciato la casa ai suoi figli elettivi Raphael Luis, Francesco Leone, Riccardo Turrisi e Alessandro Giammei. In particolare a quest’ultimo, andrà la sua più grande eredità sociale: dovrà occuparsi della cura e della pubblicazione degli scritti a cui ha lavorato in questi mesi. Nei mesi scorsi aveva poi fatto sapere che tutto il suo armadio sarebbe andato alla scrittrice Chiara Tagliaferri, con cui ha scritto e ideato il podcast e l’omonimo libro Morgana, e che avrebbe potuto distribuirlo a seconda delle sue scelte.

Nata il 3 giugno 1972 a Cabras, un piccolo comune in provincia di Oristano in Sardegna, Michela Murgia è stata un’intellettuale dai mille volti. Da insegnante di religione nelle scuole si è prima affermata come autrice con un profondo legame con la sua terra natia per poi percorrere un’importante carriera letteraria segnata da romanzi, racconti, saggi e articoli che affrontano temi di grande rilevanza sociale e umana. Con la sua scrittura ha donato uno sguardo critico sulla società attuale (e non solo) esplorando l’identità, la spiritualità, il potere, la politica, la morte, ed è diventata un faro nel femminismo (intersezionale) contemporaneo. Prima di dedicarsi all’attività di scrittrice ha svolto diversi lavori, tra cui quello di venditrice telefonica, esperienza che ha analizzato con il suo romanzo (tragicomico) d’esordio – Il mondo deve sapere (Einaudi, 2006) – dove ha messo in luce i raggiri psicologici e i castighi aziendali subiti da chi lavora nei call center. 

È con il libro Accabadora (Einaudi, 2009), in cui ha portato nero su bianco i temi delicati dell’adozione, della conservazione delle tradizioni e dell’eutanasia, che è riuscita a conquistare l’attenzione della critica e a vincere i premi SuperMondello e Campiello. Qualche tentativo tra le file della politica: nel 2014 si è presentata alle elezioni regionali sarde come candidata presidente per Sardegna Possibile, non riuscendo a ottenere il seggio in Consiglio regionale. Negli anni è stata poi riconosciuta come scrittrice in grado di saper approfondire le corde più intime del sentire umano ed esplorare le trame intricate della società moderna, spaziando con numerosi titoli come Ave Mary. E la chiesa inventò la donna (Einaudi, 2011), Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (Mondadori, 2019) – tratto dall’omonimo podcast lanciato nel 2018 -, Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più (Einaudi, 2021), God Save the Queer. Catechismo femminista (Einaudi, 2022). Infine il suo ultimo libro, Tre Ciotole (Mondadori, 2023), dove i personaggi si trovano ad affrontare un cambiamento radicale che costringe loro ad adottare nuove modalità per affrontare le sfide emotive.