Yan Pei-Ming a Palazzo Strozzi: il potere delle immagini e la costruzione della storia

Nella rimediazione di realtà e rappresentazione, l’artista franco-cinese ridisegna un nuovo archivio storico

Nella mostra Yan Pei-Ming. Pittore di storie presentata a Palazzo Strozzi, curata da Arturo Galansino e visibile fino al 3 settembre 2023, sono esposte più di trenta opere, tanto da poter essere definita la più grande mostra mai dedicata in Italia all’artista franco-cinese.  

All’interno delle tele monumentali di Yan Pei-Ming sono rappresentati personaggi diventati icone della cultura moderna e fatti che in qualche modo hanno segnato la storia dell’essere umano. Immagini che veicolano un messaggio e che diventano parte della nostra storia, un simbolo che ci accompagna, che sia un efferato omicidio, un dittatore o un attore di Hollywood. Insieme alla Gioconda di Leonardo, che l’artista ha riprodotto in bianco e nero per un’esposizione al Louvre, troviamo attori ormai icone popolari come Bruce Lee e personaggi storici con un ruolo fondamentale nella politica mondiale come Mao Zedong o Vladimir Putin. Attraverso la combinazione tra tradizione occidentale e riferimenti culturali cinesi, Yan Pei-Ming ci invita a riflettere sulla storia. Come egli stesso afferma: «non sono un pittore romantico, sono un pittore del nostro tempo».

Artista nato a Shangai durante la rivoluzione culturale, nel momento dell’apice del culto della personalità di Mao, e trasferitosi da giovane in Francia dove ancora vive e lavora, Yan Pei-Ming fonda insieme tradizione pittorica europea e una pittura energica, fatta di gesti pittorici esasperati e frenetici, in cui le pennellate “tagliano” enormi tele dove il soggetto acquista nitidezza solo osservandolo da una certa distanza.

Con le sue riproduzioni di fotografie famose, still cinematografici e dipinti antichi come in Exécution, après Goya, una rielaborazione in bianco e nero dell’opera di Goya, l’artista vuole farci riflettere sulla contraddizione tra realtà e rappresentazione che viviamo in quest’era della riproducibilità tecnica e della condivisione digitale; ma ancora di più sembra voler impadronirsi di immagini ormai storicizzate, quasi una riappropriazione duchampiana, al fine di formare una sorta di collezione con cui descrive la storia. Le sue opere in alcuni casi ci richiamano alla mente lo stile di Warhol e le sue serigrafie, come nel trittico Marat (13 July 1793, Paris) in cui viene ripetuta in tre colori diversi la morte di Marat di Jacques Louise-David. Al contempo lo stile della pop art si sfalda quando è la tragedia della guerra ad essere protagonista del racconto, e allora i colori accessi lasciano il posto ad un bianco e nero che come una lente ingigantisce l’orrore. Come egli stesso afferma: «La storia è una tragedia crudelissima che travolge l’umanità» .

In queste enormi tele è condensata la storia dell’essere umano, ma anche la storia personale di Yan Pei-Ming. Nel polittico Les funérailles de Monna Lisa, l’artista ha ripensato il famoso ritratto della Gioconda dipingendone il funerale e affiancando ad esso il ritratto del padre in ospedale e le proprie immaginarie esequie. Mescolando vicenda personale e un soggetto popolare conosciuto in tutto il mondo, l’artista racconta la connessione del singolo con il tutto. Yan Pei-Ming mette insieme sacro e profano, la morte e la forza vitale, e in mezzo a tutto questo ciò che risalta è la potenza delle immagini, come a voler sottolineare che un attore di Hollywood è pur sempre un personaggio costruito dall’uomo quanto lo è un dittatore.

Yan Pei-Ming, Pittore di storie
a cura di Arturo Galansino
fino al 3 settembre 2023
Palazzo Strozzi – Piazza degli Strozzi, Firenze
info: www.palazzostrozzi.org

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