Beatrice, il malinconico graphic novel d’esordio di Joris Mertens

In una metropoli che ricorda sia Parigi sia Bruxelles, una storia d’amore senza tempo, priva di parole, destinata a vivere per sempre

Molto rumore per nulla? Piuttosto, nessun rumore per tanto. Tantissimo. “The sound of silence”, prendendo in prestito il titolo del noto brano di Simon & Garfunkel. Un silent book che è, prima di tutto, il racconto di una storia d’amore senza tempo, destinata a vivere ben oltre l’eternità. Vincitore di una serie di premi europei più che rilevanti, Beatrice (Tunué, 112 pagine a colori, 19.90 euro) è sceneggiato, disegnato e colorato da Joris Mertens, autore belga – classe 1968 – che ha iniziato a lavorare per il cinema e la tv come direttore artistico indipendente, grafico, fotografo e storyboardista. Ed in effetti, Beatrice si presterebbe molto bene per un cortometraggio animato, un po’ come il delizioso Paperman (2012), diretto da John Kahrs e prodotto dai Walt Disney Animation Studios. Nel caso del racconto di Mertens (qui al suo primo volume a fumetti, pubblicato in origine nel 2020), in una metropoli che ricorda sia Parigi sia Bruxelles, la giovane Beatrice si reca in treno ogni giorno alle Galeries La Brouette, un grande magazzino, dove vende guanti. La ragazza, con i capelli a caschetto, gli occhiali da vista dalla montatura nera e un cappotto rosso che la illumina – colore che emerge tra le tavole realizzate da Mertens, in cui predominano variazioni di arancione, giallo e grigio –, è tanto instancabile quanto curiosa. 

Così, nel caos della stazione, un oggetto in particolare attira la sua curiosità («Il treno, con i suoi agi di tempo e i suoi disagi di spazio, rimette addosso la disusata curiosità per i particolari, affina l’attenzione per quel che si ha attorno, per quel che scorre fuori del finestrino», scriveva Tiziano Terzani). Si tratta di un album fotografico all’interno di una borsa abbandonata in strada. Lo prende. In un sabato sera di pioggia, sfogliandolo nel suo piccolo appartamento – dove vive con due gatti –, Beatrice rimane rapita dalle immagini di una giovane coppia nei ruggenti anni Venti. E già dal giorno seguente, va alla ricerca dei luoghi in cui sono state scattate le foto. Per rivivere la vita di un’altra donna, felice in coppia, che avverte così lontana e così vicina da lei. 

Silent book elegante, dal tono romantico e delicato e dal forte impatto visivo, Beatrice – nome latino di età imperiale Beatrix, fondato su “beatricem” (colei che rende felici, che dà beatitudine) – narra il viaggio nell’esistenza di una persona ordinaria, talmente sola (il mondo attorno a lei corre alla velocità della luce) da immedesimarsi in quella di un’altra, e sognare ad occhi aperti – e in bianco e nero – una vita non sua. Il finale giunge quasi inaspettato (non tragga in inganno il sottotitolo del volume, «un amore senza tempo», che racchiude più di una sfumatura), amaro e triste. Per ricordarci quanto chiunque di noi può sentirsi (e spesso, di fatto, si sente) solo in mezzo a tante persone. Un po’ come avviene nel famoso video Numb dei Linkin Park (diretto dal dj della band, Joe Hahn) che in questi giorni ha superato i 2 miliardi di visualizzazioni su YouTube, dove una ragazza (l’attrice Briana Evigan) viene isolata in quanto cerca di essere se stessa e non ciò che vogliono gli altri. Filtrando con la nostalgia della Belle Époque e aprendo a un viaggio onirico attraverso il tempo, Mertens – che ha cominciato a disegnare e a dipingere lasciandosi ispirare dall’ambiente urbano e dal cinema, e ben si vede in questo suo graphic novel d’esordio, nostalgico e malinconico – tratteggia disegni dettagliati dominati da sfumature e rosso e marrone, trasmettendo tutta la frenesia della metropoli in contrasto con l’emarginazione di Beatrice (e l’indifferenza che la circonda). Come insegna Charles Baudelaire: «Siamo sempre, tragicamente soli».

Info: www.tunue.com

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