Il Contastorie, la fatica e la meraviglia di crescere

Un racconto a fumetti di riti di passaggio e cattivi maestri, di desideri tenaci e fiducia violata

«Lei scrive storie, lui le disegna. Li trovate in edicola, in libreria e naturalmente nella Casa senza nord, il loro covo creativo. Sempre che non stiano camminando su e giù per il mondo e per i monti». Recita così il blog di Stefano Turconi e Teresa Radice, rispettivamente disegnatore e sceneggiatrice lombardi, solidi autori con alle spalle una serie di collaborazioni importanti («su Topolino e, curiosando tra vecchi fumetti, anche su Witch, Pk, Mm, X-Mickey, Fairies, Wondercity. In libreria: Bao publishing, Tunué, Piemme, El, DeAgostini, Terredimezzo»), che riabbracciano il grande pubblico presentando una storia suggestiva e toccante, «la cui prima scena, scritta in inglese, è nata il 29 febbraio del 2000 in un castello in Francia. Stavo facendo un corso di scrittura creativa con una sceneggiatrice americana». Così Radice nel corso di una diretta Instagram sulla pagina di Bao publishing, la casa editrice milanese nata nel 2009 che ha pubblicato il nuovo graphic novel della coppia (come era già accaduto, in ordine sparso, per Non stancarti di andare, Il porto proibito, Tosca dei boschi, Viola giramondo, Le ragazze del Pillar e potremmo continuare).

Il volume a fumetti Il Contastorie (cartonato, 208 pagine a colori, 23 euro) arriva a quasi tre anni di distanza dall’ottimo “La terra, il cielo, i corvi”. Disponibile anche in edizione variant (con copertina differente, sovraccoperta con vernice Uv serigrafica spessorata, limitata a 1.000 esemplari numerati singolarmente. Non sarà mai ristampata), il graphic novel vede il ritorno della coppia (anche nella vita) al fumetto long form con un racconto, tra folklore locale e modernità, di riti di passaggio e cattivi maestri, di desideri tenaci e fiducia violata. Siamo in Amazzonia, negli anni Sessanta. Il candido Pedro vive in una minuscola località, con le sorelline e un fratello maggiore. Lo scaltro Cent, l’altro fratello più grande, è un giramondo, un viaggiatore «che vive un milione di avventure», puntualizza Radice. Ogni volta che Cent torna a casa porta dei libri a Pedro. Testi che il ragazzo ingurgita con la medesima curiosità con cui ascolta i racconti delle avventure di Cent. Il giorno in cui Pedro (il cui personaggio rievoca i giovanissimi protagonisti di molti film degli anni Ottanta: dai Goonies a La storia infinita a E.T. l’extraterrestre) scopre che Cent gli ha sempre mentito, qualcosa si spezza in lui, e capisce di dover abbandonare il proprio comodo nido per andare alla scoperta del mondo. Per salvare il fratello, che considera un vero e proprio eroe, Pedro crescerà in fretta e si scoprirà capace di un eroismo che non aveva mai incontrato, neppure nei libri (“se crescere significa farsi duri e guardinghi e sospettare dell’universo intero, allora voglio restare bambino”). 

Emozioni e avventure a non finire, Il contastorie – che è già stato presentato in Feltrinelli a Milano, Roma e Bologna – è ambientato in una vasta regione, qual è l’Amazzonia, «perfetta per raccontare questa storia. Una sorta di rito di iniziazione, di viaggio in cui uno dei due personaggi diventa grande. E forse anche l’altro», riprende l’ottima sceneggiatrice, ammettendo che questa narrazione «nasce da un viaggio bellissimo compiuto quando avevo 21 anni». Il racconto, magistralmente disegnato e colorato da Turconi su testi di Radice, ne segue molte altri («la loro prima storia insieme risale al 2003, quando non si conoscevano ancora. Il titolo? Legame invisibile», riporta ancora il blog), ma non c’è mai nulla di ripetitivo. «Teresa scrive le sceneggiature lasciandomi tanta libertà», incalza Turconi («mentre tutti i suoi amici avrebbero voluto diventare piloti di robot, Stefano sognava di fare il contadino perché gli piacevano gli animali e il suo cartone animato preferito era Heidi. Però gli piaceva anche molto disegnare, e quando ha capito che si faceva meno fatica, ha deciso che quella sarebbe stata la sua strada», riporta la bio su topolino.it), spiegando che per realizzare Il contastorie ha usato foto personali e documentazione varia, citando tra questa anche il volume fotografico L’Amazzonia di Jacques Cousteau. 

Storie che la coppia (per fortuna) non si è ancora stancata di narrare, mantenendo sempre un rapporto empatico e fiduciario con i propri lettori («lo state leggendo, vi state emozionando, ci state scrivendo e ci emozioniamo noi. Grazie a chi, in questo momento, è in navigazione con Pedro, Chico e Cent. Grazie a chi si prende il tempo, dopo o addirittura già durante la lettura, di scriverci l’affetto che fa»). Racconti che erano, sono e saranno – come gli autori ammettono – «un salvavita, un salvagente».

Info: www.baopublishing.it

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