Il 9 giugno 2023 ha inaugurato al Museo Macro di Roma la nuova mostra dal titolo Vicolo della penitenza 11a curata da Janice Guy, nota fotografa e curatrice. La mostra (visitabile fino al 29 ottobre 2023) restituisce al pubblico una porzione di Roma, da scoprire e ricostruire attraverso gli scatti di 12 artisti che, a partire dal 1989, si son trovati a vivere a Roma per una residenza presso il Rome Studio per un perido di massimo due mesi ciascuno, sotto la guida e direzione della stessa Janice Guy. La mostra presenta una panoramica della residenza partendo da Cindy Sherman nel 1989 e giungendo a Reinhard Mucha nel 1991 e lascia lo spazio dell’epilogo alla serie Roma, del 1992, realizzata a New York. Questa serie è stata realizzata da Thomas Struth e Meyer Vaisman, che hanno ricercato nella gestualità delle mani il ricordo della capitale italiana e lo hanno catturato in una serie mozzafiato.

Courtesy Collezione Privata, Roma / Private Collection, Rome
La mostra presenta esposte sia le opere realizzate dagli artisti residenti, che i lavori di DW Fitzpatrick e Sarah Lucas, nonché di Sarah Charlesworth, che ha visitato Cindy Sherman e ha utilizzato il suo tempo a Roma per fare ricerca per il suo successivo corpo di lavoro. In ogni opera Roma emerge dai dettagli, si ricostruisce un periodo storico vissuto in modo unico per ciascun artista. Si possono citare, ad esempio, gli Young British Artists nel Regno Unito, la Pictures Generation negli Stati Uniti e la Scuola di Düsseldorf in Germania. Questa esposizione offre un’opportunità unica di osservare e interpretare l’arte occidentale nel periodo cruciale della caduta dell’Unione Sovietica, della fine della Guerra Fredda e dell’inizio della Prima Guerra del Golfo.

In un contesto di profonde trasformazioni politiche, Roma – con la sua lunga tradizione di essere una città in cui gli artisti trovano ispirazione e crescita – si trovava anch’essa ad un punto di svolta. Nel 1994, durante la mostra, la città stava vivendo un rapido cambiamento politico che avrebbe portato alla caduta della Prima Repubblica italiana. Questo scenario tumultuoso aggiunge ulteriore fascino all’esposizione, offrendo una prospettiva unica sull’arte contemporanea e sulle sfide affrontate dagli artisti in quel periodo di transizione.