Tutto può succedere: un anno con i borsisti di Villa Medici

Con la mostra “Una linea storta tesa”, curata da Saverio Verini, torna il tradizionale appuntamento che conclude l’anno di ricerca dei sedici borsisti dell’Accademia di Francia

Una linea storta tesa è il titolo della mostra presente dal 10 giugno al 6 agosto a Villa Medici. Curata da Saverio Verini, si tratta della coronazione del percorso annuale dei sedici borsisti dell’Accademia di Francia a Roma. Un cammino non sempre lineare, ma spesso composto da scoperte, errori e cambi di strada. È proprio questo che vuole indicare il nome scelto, un po’ come una paradossale metafora che rende però l’idea del processo sempre in evoluzione che è la residenza. Così come l’esperienza dei borsisti, anche il percorso del visitatore può estendersi, accorciarsi o cambiare direzione. Niente è prefissato, rendendo la visita stessa parte integrante della mostra. Già dalla Nuit Blanche di novembre, si è visto come Verini, nelle sue scelte curatoriali abbia deciso di portare avanti un dialogo con i selezionati, per poter creare al meglio un equilibrio naturale, un’armonizzazione tra progetti di discipline molto diverse tra loro, e con a volte proposte quasi agli antipodi. 

«Sarebbe stato difficile e artificioso imporre un unico tema», dice il curatore, «la mostra vive di respiro e di ritmo, non c’è né ordine tematico né cronologico. Bisogna solo stupirsi della molteplicità dei linguaggi presenti». È proprio la diversità tra le materie di studio dei borsisti a rendere la mostra sorprendente. Tutti hanno infatti avuto l’opportunità di veicolare il risultato delle proprie ricerche attraverso il metodo espressivo prediletto, superando del tutto il concetto “classico” di esposizione, in cui lo spettatore è componente passiva e solamente osservante. È per questo che il primo giorno di apertura sarà anche dedicato a conferenze, performance e concerti, per approfondire gli argomenti trattati e dare peso a discipline che non trovano traduzione visiva. Un aspetto importante, se non fondamentale per la riuscita del progetto.

Nel percorso stesso, dando un’occhiata ai settori di provenienza degli artisti, possiamo notare come anche in campo formativo la residenza abbia a volte portato a interessanti confronti e unioni tra modalità comunicative. Ne è un esempio la scelta di Marion Grébert, storica dell’arte, la quale ha però deciso di presentare la sua ricerca attraverso una serie di fotografie, incentrate sul ruolo della madre nella cultura italiana ed europea. La sorpresa ha avuto un ruolo anche per Hortense de Corneillan nello scoprire che il frammento di vaso ritrovato, ed esposto nella mostra, pur sembrando di epoca classica, presentasse invece un’inscrizione in greco francesizzato del menù di un pranzo celebrativo per il ritorno dei borsisti all’Accademia e all’Institut Français nel 1946, dopo la guerra. O ancora, lavori di riflessione sociale ed emotiva come l’installazione Monte di pietà di Lorraine de Sagazan, o intimi come @suite1717, thät sümmer di Anna Solal. 

Non uno solo, ma tanti temi diversi, uniti tra loro in una “costellazione di opere” come l’ha definita Verini, in uno scambio di linguaggi che nel loro insieme creano un’immagine completa delle sfaccettature di un anno ricco di emozioni e scoperte inaspettate. 

Una linea storta tesa
a cura di Saverio Verini
10 giugno – 6 agosto
Villa Medici, Viale della Trinità dei Monti 1, Roma
info: villamedici.it