Chi ama capolavori come la serie tv Neon Genesis Evangelion (1995) diretta da Hideaki Anno e il film d’animazione Akira (1988) per la regia di Katsuhiro Ōtomo, conosce bene la fascinazione della Tokyo futurista al calar del sole. E non si tratta di citare meramente due tra le più acclamate e influenti opere di sempre. Perché la capitale nipponica – centro politico, economico e culturale del Giappone – non dorme davvero mai, considerata la frenesia che la contraddistingue. Ecco perché un volume illustrato ad acquerello come Notti di Tokyo, realizzato dal maestro degli anime giapponesi Mateusz Urbanowicz, è una manna dal cielo (stellato). L’invito al lettore è cristallino: staccare la spina e intraprendere una passeggiata notturna, pagina dopo pagina, lungo le strade di una delle megalopoli più affollate del mondo (basti pensare che il governo offre un sostegno alle famiglie con figli per trasferirsi fuori città).

Ma la “capitale orientale” non è solo sinonimo di un immenso palcoscenico dove le luci e i suoni non si placano mai. E Notti di Tokyo (L’ippocampo, cartonato, 160 pagine, 25 euro), con traduzione dal francese di Denis Pitter, sta qui a dimostrarlo. Al pari del suo primo libro, Botteghe di Tokyo, Urbanowicz – classe 1986, è nato in Slesia – valorizza nel dettaglio le finezze architettoniche e le atmosfere di un luogo magico dove vive da anni. L’artista polacco ci riesce facendo leva su una tecnica riconosciuta e riconoscibile, sulla maestria nell’uso della linea e del colore.

Con un grande seguito sui social (la sua pagina Instagram conta oltre 160mila follower) Urbanowicz racconta, dalle immagini ai testi (come in Botteghe di Tokyo, anche qui ogni testo, dall’introduzione alle didascalie delle illustrazioni, è riportato sia in giapponese sia in italiano), il suo approdo nella complessa e contraddittoria metropoli nipponica per lavorare in uno studio di animazione, rievocando quei momenti di solitudine avvertiti quando, all’atto pratico, gli sono venuti a mancare i punti di riferimento più familiari. In quel preciso momento, l’unica via di fuga è stata quella di peregrinare di notte, in una sorta di meditazione che gli ha consentito di assaporare al meglio tutto ciò che lo circondava. E di renderlo artisticamente visibile.

Tokyo, dunque, è una città che l’autore polacco conosce come le sue tasche. Dopo aver studiato cinema d’animazione a Kōbe, nella baia di Osaka, ha cominciato a lavorare nella capitale come disegnatore di fondali e animatore all’interno dello studio Comix Wave Films. Nell’introduzione del volume, Urbanowicz cita – a ragione – Vincent Van Gogh («Spesso la notte mi sembra molto più viva e ricca di colori rispetto al giorno»). Molteplici e tutte da indagare, le notti di Tokyo sono proprio così. E l’autore – che oggi, come artista freelance, realizza fumetti, illustrazioni, lavori d’animazione e video – ricorda che quelle passeggiate senza meta, intraprese per il gusto di “perdersi” e, in qualche modo, di ritrovarsi, lo hanno «ispirato a realizzare delle vedute notturne ad acquerello, dove ho cercato di restituire nel miglior modo possibile le atmosfere».

Curato e pregiato, il libro prende spunto precisamente dalle prime dieci tavole realizzate nel corso di quel periodo (una serie di acquarelli raffiguranti alcuni vicoli nei pressi di Kagurazaka e Waseda), intendendo rievocare quel periodo. Inutile tergiversare: le vedute custodite all’interno di Notti di Tokyo, un po’ come le stampe di Katsushika Hokusai e Utagawa Hiroshige, riescono ad ammaliare gli amanti della cultura e dell’illustrazione del Sol Levate grazie all’elevata qualità pittorica. Interessante poi, l’ultimo capitolo in cui l’autore dettaglia la realizzazione di questo imponente lavoro (la cui produzione ha comportato molto tempo): dai preparativi alla ricerca degli strumenti adatti, dai luoghi da dipingere al processo creativo. Una sezione preceduta da un’intervista (“Alla ricerca della bellezza di Tokyo”) realizzata dallo stesso Urbanowicz al noto animatore e regista giapponese Makoto Shinkai – con il quale aveva già collaborato per il film d’animazione Your name (2016) – in cui i due professionisti si confrontano in relazione a tecniche e metodologie impiegate per mostrare le bellezze (insite e non) della megalopoli ai propri lettori e spettatori.

Info: www.ippocampoedizioni.it