Particelle cosmiche e messaggeri celesti. Federica Di Carlo per Villa Galileo

Le sette opere in mostra compongono un saggio multisensoriale sulla complessità intrinseca della ricerca scientifica applicata all’ignoto

Il senso delle stelle è un progetto di Villa Galileo che mira a valorizzare il genius loci galileiano attraverso il dialogo tra i linguaggi artistici contemporanei e le discipline scientifiche. Si tratta della prima fase di GRASPING THE COSMOS, il programma culturale in dialogo tra arte e scienza nato dalla collaborazione tra il Galileo Galilei Institute (GGI) e il Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Firenze (SMA), a cura di Valeria D’Ambrosio, assegnista di ricerca al Galileo Galilei Institute e curatrice per la valorizzazione di Villa Galileo.
In questo contesto, si situa la prima personale dell’artista Federica Di Carlo dal titolo evocativo Tendo a esistere. Il percorso espositivo si compone di sette opere – installazioni ambientali, sculture multimediali e video – che creano un percorso immaginifico nell’evoluzione della fisica astro-particellare. In particolare, la mostra racconta una tra le più affascinanti teorie sulla natura del cosmo concentrandosi sul movimento continuo e incessante di informazioni che viaggiano dentro e oltre l’atmosfera terrestre attraverso la luce e le radiazioni cosmiche. Messaggeri celesti, così vengono chiamate le particelle fantasma, silenziose, inafferrabili e spesso invisibili, che provengono da fonti più o meno remote come il Sole, le stelle lontane, i buchi neri fino all’espansione primordiale che ha dato origine all’universo.

Il percorso espositivo si configura, dunque, come un tentativo di tracciare l’invisibile e l’incertezza su cui si fonda tutta la sperimentazione scientifica e artistica. Nelle parole dell’artista romana: «Tendo a esistere racconta un vuoto, un’assenza. Le opere si misurano con l’impossibilità di trattenere per sempre qualcosa, qualcosa che c’era e poi che non c’è più, come le particelle provenienti dal cosmo ma anche come le fragilità di ognuno di noi, che attraverso la gravità si formano “con il dolore principalmente” (come si legge nel video a doppio canale). Tutto si muove in una tensione verso l’esistenza, una costante caduta libera verso quello che non conosciamo, perché così è la vita. Sono presenze, un’ala di satellite caduta in giardino; un meteorite con un cellulare in attesa di un messaggio dal cosmo; uno specchio astronomico che non riflette più la luce ma che porta inciso “anche se il sole scompare”; la mano di uno scienziato di oggi nella stanza di quello di ieri ad accogliere la fine di una stella nel palmo della sua mano. E il nero, elemento che accompagna tutta la mostra e ritorna, perchè senza oscurità non esiste luce.»

La mostra si delinea come l’esito della residenza artistica di Di Carlo a Villa Galileo, durante la quale l’artista ha partecipato alla scuola di alta formazione del GGI Theoretical Aspects of Astroparticle Physics, Cosmology and Gravitation per approfondire concetti teorici di base nel campo della Fisica delle Astroparticelle, della Cosmologia e della Gravitazione.  La ricerca di Di Carlo mira ad osservare gli equilibri del mondo, a esplorare i limiti e le connessioni tra uomo e natura e ad immaginare le infinite possibilità dell’universo. La curatrice, Valeria D’Ambrosio, commenta così il lavoro di Di Carlo: «Nell’oscurità fenomenologica della mostra, ogni installazione diventa saggio multisensoriale sulla complessità intrinseca della ricerca scientifica applicata all’ignoto. Una ricerca che ragiona su scale dai confini quasi inintelligibili nella speranza di trovare somiglianze o dissonanze che aiutino a intuire una modalità per mettere insieme i pochi elementi noti e così trovarne di altri. In Tendo a esistere, l’artista riformula l’atto del creare come un processo di raccolta, dove il tempo entra come una sorta di collante nella materialità della luce che filtra attraverso una lastra di plexiglass, si riflette su uno specchio o si consuma in una stella scintillante».

Federica Di Carlo, Anche se il sole scompare, 2023, Villa Galileo © Jacopo Nocentini

Il senso delle stelle prevede inoltre un ricco programma satellite di incontri, dibattiti e laboratori a cura di Pietro Centorrino, assegnista di ricerca al GGI, che permetterà al pubblico di approfondire e sperimentare il metodo scientifico di Galileo.

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