Di poche parole, passeggiata negli emisferi nascosti di Sveva Angeletti

A La Nuova Pesa, panorami fascinosi che si appropriano dello spazio attraverso la riproposizione di atmosfere macroscopiche e allo stesso tempo intime

Al centro d’arte contemporanea di Roma La Nuova Pesa è esposta, fino al 23 giugno, la personale di Sveva Angeletti, artista italiana emergente che sta attirando sempre più attenzione nel panorama contemporaneo. Di poche parole, questo il titolo della mostra, esplora la relazione tra l’essenza del paesaggio e la sua rappresentazione visiva, attraverso la manipolazione degli elementi che lo compongono. Panorami fascinosi che si appropriano dello spazio attraverso la riproposizione di atmosfere macroscopiche e allo stesso tempo intime. 

La ricerca dell’artista si focalizza su oggetti e circostanze comuni, decostruendone e ricostruendone l’essenza attraverso opere alcune volte fotografiche, altre installative ed altre ancora video. Ogni immagine esposta brilla di luce propria, sia in senso letterale – sono infatti utilizzati neon e luci – sia in senso metaforico, poiché vengono scardinate dal loro significato canonico e inserite in un nuovo spazio di esistenza. L’esposizione prevede, dunque, una serie di scorci di paesaggio: «Proprio come in una passeggiata, l’intento è quello di esplorare la relazione che lega l’essenza del paesaggio – tanto naturale quanto intima – e la sua rappresentazione visiva, distorcendone gli elementi che lo compongono». In ogni tappa di questa passeggiata lo spettatore è invitato a interrogarsi sul suo rapporto con ciò che lo circonda e con chi si relaziona. Osservare e comunicare sono aspetti centrali del relazionarsi agli altri e a noi stessi e questa mostra lo ricorda a ogni spettatore, lasciando il segno.

Attraverso l’utilizzo di differenti tecniche di creazione artistica e materiali insoliti, Angeletti crea opere che catturano l’essenza della vita moderna e della complessità umana, affrontando il tema della comunicazione e della connessione tra individui, mettendo in discussione la necessità di parlare solo per comunicare il proprio messaggio. Il percorso, come accade spesso nella pratica dell’artista, resta aperto, non si conclude con una posizione definita, un sentiero tracciato; piuttosto lascia aperte strade che solo l’osservatore può scegliere di perseguire. 

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