Made in Cloister e le sculture femministe fatte di capelli di Leatitia Ky

L’artista ivoriana indaga le controversie storico-culturali della contemporaneità, le radici di un passato ancestrale, un viaggio nell'autorappresentazione dell'essere umano

L’esposizione Lo sguardo di Medusa di Laetitia Ky al Lab.oratorio di Made In Cloister porta in sé non solo opere, emozioni e sensazioni ma anche un concetto emotivamente denso e interessante. “Lo sguardo di Medusa” non dà la sensazione di essere un semplice titolo ma quasi un modo per riassumere in una frase il punto di vista femminile rispetto alla realtà che ci circonda.

Medusa’s Gaze c-print, monting on diasec-plexiglass satin 75 x 50 cm 2022 Edition of 5 + 2 AP

Una realtà incredibilmente stratificata e complessa le cui stratificazioni e complessità restituiscono la possibilità di un punto di vista divergente che diviene protesta, riscatto, contromossa. Non solo, anche un metodo per riallacciare, rievocare e mostrare la genealogia di queste opere che va da Frida Kahlo a Jimmie Durham passando per l’Africa, l’Egitto, i miti e le caverne. Una genealogia controtempo in cui tutto è una treccia, esattamente come le trecce dell’artista Leatitia Ky che partendo da dove detto sta lì e, con talvolta complicate impalcature, dà vita con i suoi capelli a estasianti sculture: uteri, feti, simboli femministi, utensili di donne africane, maschere, hijab, corpi, seni, vagine ma anche elefanti e serpenti.

La profonda cultura mondiale e soprattutto africana dei capelli si riassume nelle sculture capillifere dell’artista i cui capelli diventano il principale materiale da lavorare. Consapevole è però l’artista di esporre con i suoi capelli anche il suo corpo che appare sempre in dialogo con ciò che espone sulla sua testa dando quasi la sensazione che tutto il suo corpo, come quello di ogni donna, sia effettivamente sostegno a anni di storia e lotte.

Interessanti sono anche i dipinti in cui l’artista mescolando disegni parietali dell’antico Egitto a quelli delle caverne preistoriche ad altri di richiamo messicano, riesce a parlare di temi come la sottomissione e la sottostima della donna vista solo ed esclusivamente come un oggetto per il quale scegliere una sistemazione che, epistemologicamente, è sempre la più recondita e reclusa. Impossibile non notare che l’esposizione è stata messa in dialogo con quella di Assunta Saulle “Universi e mondi”, di cui presto troverete un articolo, che con il suo lato spirituale va a completare tutto ciò che, invece, c’è di corporeo in Laetitia Ky.

La bellissima sinergia e collaborazione tra le due artiste dà vita a ciò che sembra quasi un essere vivente, un microcosmo, un ecosistema nel quale la diversità degli elementi ma il dirigersi verso un unico obiettivo, tengono in vita il sistema che si nutre sia di sé stesso che di ciò che c’è al di fuori di sé.

Laetitia Ky, Lo sguardo di Medusa
a cura di Alessandro Romanini
fino al 5 maggio 2023
Lab.oratorio di Made in Cloister
piazza Enrico De Nicola, 48 – Napoli

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