Dreaming the End, la personale di Sin Wai Kin da Fondazione Memmo

Lo spazio romano ospita la prima personale in Italia dell'artista canadese, a cura di Alessio Antoniolli, che debutta in Italia come curatore

Fondazione Memmo ospita dal 4 maggio al 29 ottobre Dreaming the End (Sognando la fine), la prima mostra personale in Italia di Sin Wai Kin (Toronto, Canada, 1991). Al centro del progetto per lo spazio romano è la nuova opera video da cui prende nome la mostra, Dreaming the End interamente girata nella Capitale.
 
La mostra, a cura di Alessio Antoniolli, costituisce un ulteriore capitolo della ricerca di Sin Wai Kin, che riflette sull’oggettivazione del corpo e la cultura che lo regola attraverso la pratica dello storytelling, ponendo così in discussione i processi normativi che regolano le categorie identitarie. In bilico tra realtà e dimensione onirica, la poetica di Sin Wai Kin è il manifesto di una complessità che rifugge categorie e mezzi espressivi: video, performance, installazioni sono i linguaggi utilizzati per dar vita a opere che mescolano riferimenti pop ed esperienze personali, lasciando emergere un sentimento indefinibile, sospeso tra tenerezza e malinconia, ironia e dramma, familiarità e alienazione.

Dreaming the End è una storia che si muove tra il registro narrativo e quello reale, giocando con i tempi, gli spazi, i luoghi e riferimenti, così da rendere tutto allo stesso tempo familiare e sconosciuto. Ossessioni e contraddizioni sono al centro del film, un viaggio a metà tra sogno e visioni opprimenti compiuto da una serie di figure enigmatiche che si incrociano nei diversi scenari immaginati da Sin Wai Kin. L’approccio trasversale di diversi generi cinematografici (thriller, noir, fantasy…), con incursioni nella moda e altri ambiti della cultura popolare, contribuisce al senso di spaesamento di Dreaming the End, che offre allo spettatore un’esperienza in cui i punti di riferimento vengono continuamente messi in discussione e ribaltati.

La produzione è interamente concepita in occasione della mostra alla Fondazione Memmo, dove i personaggi si incontrano e si muovono attraverso lo spazio narrativo, scambiandosi e alternandosi l’uno con l’altro. Interamente girato a Roma, il film può contare su ambientazioni di grande fascino, tra gli interni di Palazzo Ruspoli, i giardini di Villa Medici e gli spazi del Palazzo della Civiltà Italiana: contesti iconici che amplificano il senso di meraviglia dell’opera di Sin Wai Kin, creando un inedito ponte tra la storia millenaria di Roma e l’enfasi dell’artista sul potere della narrazione. Il corpo di Sin Wai Kin, così come quello della città, sono in continua evoluzione, capaci di unire storie passate e potenziali futuri, attraversando stati e fasi differenti.

Dreaming the End non è soltanto la prima esperienza espositiva di Sin Wai Kin in Italia, ma anche il debutto italiano del curatore Alessio Antoniolli, direttore di Triangle Network, un network mondiale di artisti e organizzazioni nel settore dell’arte, che con questa mostra inaugura un nuovo corso per la Fondazione.


 

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