Cinquant’anni senza Picasso. La Collezione Guggenheim espone le sue opere

Nell'anniversario della morte, la collezione presenta tutte le opere dell’artista spagnolo acquistate dalla mecenate americana tra gli anni '30 e '50 del XX secolo

Collezione Peggy Guggenheim

L’8 aprile del 1973 se ne andava Pablo Picasso. La Collezione Peggy Guggenheim espone nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni tutte le opere realizzate dall’artista spagnolo, acquistate dalla mecenate americana tra gli anni ’30 e ’50 del XX secolo. Sei opere che riflettono l’evoluzione del linguaggio visivo dell’artista, dal 1911 al 1939.

Peggy Guggenheim nel salone d’ingresso di Palazzo Venier dei Leoni; nella parete sinistra Pablo Picasso, L’atelier (1928). Fondazione Solomon R. Guggenheim. Photo Archivio Cameraphoto Epoche. Donazione, Cassa di Risparmio di Venezia, 2005

Nella sala d’ingresso di Palazzo Venier dei Leoni, si incontrano i primi due capolavori: Lo studio (1928), messo in dialogo con Sulla spiaggia (1937). Nel primo, una veduta dello studio dell’artista, Picasso confonde l’identità delle “figure” raffigurate, creando una visione che sfida il nostro bisogno di trovare nelle immagini dei riferimenti in natura, senza abbandonarsi alla libertà dell’artista di dipingere ciò che desidera. La grande tela Sulla spiaggia ricorda invece le figure antropomorfe dai volumi esageratamente accentuati, dalla consistenza quasi scultorea e inserite in paesaggi marini, tipiche di alcune sue opere eseguite fra la fine degli anni ’20 e gli inizi degli anni ’30. Le due bagnanti, la cui attenzione è rivolta principalmente al gioco con la barchetta, sono figure aggraziate e allo stesso tempo mostruose, e la composizione si offre da un lato calma e rilassata, sospesa nel suo sottile lirismo, dall’altro trasmette un velato senso di minaccia per la sinistra presenza della figura che si staglia all’orizzonte.

Pablo Picasso, Sulla spiaggia (La Baignade), 12 febbraio 1937, olio, conté e gesso su tela, 129,1 x 194 cm. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)

Si prosegue, tra le sale del Palazzo, a quella dedicata alle opere cubiste e futuriste della Collezione Peggy Guggenheim. Il poeta (1911) è una tela emblematica del primo sviluppo del Cubismo, il Cubismo analitico, in cui il soggetto viene frammentato in molteplici punti di vista sovrapposti all’interno di un unico piano pittorico. Accanto è esposta l’opera Pipa, bicchiere, bottiglia di Vieux Marc (1914), che rimanda a una fase successiva, denominata Cubismo sintetico, caratterizzata dall’uso del papier collé.

Il sogno e la menzogna di Franco (1937) richiama invece la tragedia della guerra civile: Picasso raffigura il generale Francisco Franco, futuro dittatore di Spagna, con sembianze mostruose. Inizialmente pensate per essere stampate come cartoline e prodotte in serie, le immagini oggetto dell’opera furono invece pubblicate sulla rivista parigina Cahiers d’Art, accompagnate da una poesia scritta dallo stesso Picasso sulle sofferenze di Guernica, la città basca bombardata dai nazisti nell’aprile del 1937. L’ultima opera esposta, Busto di uomo in maglia a righe (1939, è un chiaro esempio del continuo sviluppo del linguaggio pittorico dell’artista verso l’astrazione. Gli sconvolgimenti politici della fine degli anni ’30 influirono profondamente sull’arte di Picasso, influenzando la rabbia della sua tavolozza e l’atmosfera dei soggetti di questo periodo.