Culto, un mistero seducente che non chiede salvezza

Cinque vite – con le loro ambizioni, ma anche i loro traumi – si uniscono per decrittare un’inquietante storia sul principio dell’umanità

«Questo è un volume di cui è impossibile stabilire l’origine. Quando un artista parla di idee e “cose che aveva da dire” mente per rendere la propria opera un oggetto di consumo. Culto è anche questo ma cerca di non esserlo mai». Edito da Coconino Press e Fandango, Culto (cartonato, 240 pagine a colori, 37 euro)  è un racconto non lineare, seducente e misterioso, che non chiede salvezza. Cinque vite – con le loro ambizioni, ma anche i loro traumi – si uniscono per decrittare un’inquietante storia sul principio dell’umanità. Accedere a questo graphic novel, infatti, equivale a correre il concreto rischio di percepire qualcosa che da sempre è celato. Esplorare cosa è appena al di là del velo magico, tutt’altro che intangibile, che ci scinde dalle altre realtà. A parlarne è proprio l’autore, Nicolò Pellizzon, il cui primo volume, Lezioni di anatomia – pubblicato da Grrrzetic nel 2012 – si è aggiudicato il premio Carlo Boscarato al Treviso comic book festival come miglior fumetto italiano. Un racconto ambientato nella Torino magica di fine Ottocento, dove si intrecciano la vita e il destino di Lorenzo, i cui genitori sono inspiegabilmente spariti, e della cugina Lorena, pittrice di angoscianti ritratti anatomici, nonché dalla benestante, crudele e folle zia Giuliana. 

Tornando a Culto, la casa editrice fondata nel 2000 da Igort e Carlo Barbieri ne definisce l’universo visivo «rigoglioso ma anche secco», il quale «scaturisce da un’attenta pulitura, scrematura dell’inaudita mole di immagini che ci crollano addosso ogni giorno». La forza espressiva di Pellizzon (ha chiuso a doppia mandata la porta di qualsivoglia comfort zone) – che flirta con cubismo e manga, archeologia digitale e codici medievali, cronaca nera e stregoneria – è proprio questa: scavare, in modo certosino, nell’animo umano per far emergere (o riemergere) cumuli di macerie da plasmare a suo piacimento. Lo stesso termine che dà il titolo al graphic novel deriva dal latino “cultus” – participio passato di “colere”, coltivare –, il cui primo significato è “coltivazione, cura”. Un racconto che, riprende l’autore (veronese, classe 1985) «non scende a compromessi ma è consapevole della sua natura brutale. La linearità ci permette di orientarci nel caos, eppure è un’illusione da cui nascono le piccole e grandi bugie dei narratori. Culto disinnesca gli inganni solo nella sostanza, e ne mantiene le apparenze. Si finge l’imitazione di un libro antico, con risultati approssimativi. In verità potrebbe non aver mai avuto una vera genesi». 

Parliamo di un «artista dell’ignoto» – come riporta la sua (essenziale) biografia su Instagram –, un fumettista (ma è tanto altro) che è assai difficile “incasellare”, abile a scavare intorno ad impronte per riportare alla luce – dunque, allo sguardo del lettore più attento – le storie e le origini di forme note ma non del tutto comprensibili. Storie, come nel caso specifico, con al centro dei personaggi che non hanno una genesi ben definita e definibile. «Sono sempre stati presenti nelle visioni di Culto, inscindibili dai suoi luoghi e dalla sua sostanza. Intrecciati nell’amore e nelle idee. Culto non li racconta davvero, sono loro a raccontarlo», riprende Pellizzon. Che poi precisa: «Ogni mio libro è diverso, e per Culto, farsi libro è stata una scelta. È un volume sulla fine dell’amore e la nascita delle idee. Sugli istinti distruttivi della bellezza e della materia». Parlare con Nicolò fa emergere, inevitabile, la curiosità di saperne di più sugli artisti che predilige. «Ne seguo di diversi ambiti – ammette – Vermis di Plastiboo è l’opera più stimolante in cui mi sono imbattuto negli ultimi anni. Adoro il lavoro di Tara Booth, di Bartosz Zaskórski e di Aleksandra Waliszewska. In italiano, mi è piaciuto molto Cervello di gallina di Silvia Righetti. Un po’ in tutto il mondo mancano fumetti di fantascienza originali come il suo».

Info: www.coconinopress.it

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