Lo Strike di Lee Lozano alla Pinacoteca Agnelli, personale e politico

Una raccolta di opere fortemente provocatorie, ma anche ironiche, ripercorrono l'intera produzione della Lozano e la sua memoria artistica

Prosegue la monografica alla Pinacoteca Agnelli dedicata all’artista visiva e concettuale statunitense Lee Lozano, un percorso espositivo che attraversa i diversi periodi di lavoro dell’artista dal 1960 al 1972. La grande retrospettiva a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti in atto al museo torinese si propone di portare alla luce l’identità di una delle artiste più rivoluzionarie dei suoi anni dalla visione estrema e rivoluzionaria. La mostra è l’occasione per esplorarne il lavoro trasversale, di passaggio dalla figurazione all’astrattismo, per terminare con la pratica concettuale. Attraverso una raccolta di opere fortemente provocatorie, ma anche ironiche, è possibile comprendere la produzione artistica e la memoria della Lozano.

Lee Lozano © The Estate of Lee Lozano. Courtesy Hauser & Wirth

Il titolo della monografica evidenzia lo spirito dell’artista, quello della disobbedienza, di buttare giù ogni forma di sistema e potere, che sia quello patriarcale o della produzione dell’arte.  Al grido di “Redisgn yourself ” a 14 anni cambia per la prima volta il proprio nome, da Leonor Locano, in Lee maschile. Diventerà alla fine solo “E”, come energy, svuotandosi per poter accogliere il mondo “Pensa a te stessa come in un nuovo stato di esistenza” scriverà in uno dei suoi diari. «In soli 10 anni il suo lavoro, che dalla pittura approda a una pratica esclusivamente concettuale, si nutre delle correnti dell’epoca come Pop Art, Minimalismo e Concettuale pur restando incategorizzabile. Allo stesso tempo Lozano mette continuamente in discussione la propria identità, fino a decidere di fare esperimenti sulla sua stessa vita – da cambiare nome, a boicottare e infine abbandonare definitivamente il mondo dell’arte», ci racconta Lucrezia Calabrò Visconti.

La mostra, articolata in sette sale, segue appunto lo sviluppo della sua arte. Ad accogliere i visitatori sono i disegni realizzati dal 1959 al 1964: schizzi, bozzetti e lavori autonomi che da subito lasciano trasparire la sua ossessione per la fisicità. Si tratta di rappresentazioni grottesche di corpi in rapporto all’ambiente circostante. In queste raffigurazioni i falli rappresentati perdono eroticità, diventano un pretesto per la lotta di genere volta alla normalizzazione del nudo maschile, grande assente nell’immaginario collettivo, differentemente da quello femminile. Nei dipinti giovanili che compongono il secondo nucleo di opere, realizzate tra il 1962 e il 1963, i protagonisti sono corpi senza volto, disturbanti, invadenti, dove spicca un pube incorniciato, chiara evocazione de l’Origine di monde di Gustave Courbet del 1866, la cui funzione sessuale viene tramutata in macchina per il piacere. 
La terza sezione è dedicata ai Pun. Si tratta di giochi di parole che sfruttano la satira come forma di opposizione: La parola diviene sostegno alla protesta. I Tools sono i protagonisti della quarta sala: Le tele, realizzate tra ‘62 e 64′, si ingrandiscono, i corpi vividi si trasformano in attrezzi. Martelli, chiodi, cacciaviti, assumono una fisicità, per lo più maschile: Gli strumenti industriali diventano metafore del dominio patriarcale e della manipolazione dell’identità femminile. 

Lee Lonzano – Strike – Installation view – Pinacoteca Agnelli, Torino 2023

La serie Airplanes (1962-1963) invece, si concentra sul motivo degli aeroplani, ma anche degli oggetti volanti che ‘dialogano’ e si assemblano in modo curioso e assurdo con le parti del corpo che la Lozano predilige: nasi, bocche, orecchie e organi sessuali, parti che comunicano con l’esterno. Tra ’64 e ’65 la ricerca pittorica si sposta poi verso l’astrazione minimalista con tele di  grandi dimensioni. Qui le ampie campiture che caratterizzano i Tools si trasformano gradualmente in forme autonome e gli strumenti industriali da soggetti diventano linguaggio, astrazione, azione. 

Chiudono la mostra i Private books: dal 1968 al 1970 Lozano scrive ben 11 diari che racchiudono annotazioni bibliografiche, istruzioni, descrizioni, che costituiscono una chiave d’accesso non solo al suo lavoro, ma anche alla sua personalità. Quest’ultima raccolta segna il punto di non ritorno, un’allontanamento dall’arte, dal mondo, un auto-esilio, che segna la transizione a una fase esclusivamente concettuale del suo lavoro, conclusasi con il rigetto definitivo della scena artistica con Droupout Piece (1970).  

Lee Lozano, No title, c. 1965. Pinault Collection © The Estate of Lee Lozano. Courtesy Hauser & Wirth

Lo sciopero (strike) messo in atto rappresenta un rigetto del lavoro impostole dal capitalismo, dal patriarcato e dalla società, un astensionismo dal forte carattere politico e rivoluzionario. La rinuncia dei privilegi e de doveri imposti dalla società patriarcale diventano il primo passo per l’affermazione di se stesse e della propria libertà. “Free”, come si è ribattezzata l’artista dopo aver abbandonato il cognome del marito nel 1971.

“Trasformati in un gas, in una carica attiva, in potenza. Implodi fino a diventare piccola come un fagiolo. Diventa di plastica, diventa di ottone e arrugginisciti. Galleggia oppure vola. Rendi più ruvida la superficie del tuo corpo e rotola nella segatura per riscaldarti, elimina i vestiti. Ora gioca tu. Ridisegna te stessa per adattarti a te stessa. Non comprare cose/servizi per cambiarti. Pensa a te stessa come in un nuovo stato d’esistenza”, leggiamo nei suoi scritti.
La sua rivoluzione è personale e politica. Nel 1972 è un’artista affermata ma con l’opera Dropout Piece lascia per sempre il mondo dell’arte dopo 12 anni di pratica. Per trent’anni fa perdere le sue tracce, ci lascia un’ultima performance: farsi seppellire con una lapide senza nome terminando così il suo lavoro di disintegrazione dell’io. 

*L’esposizione ideata da Pinacoteca Agnelli in collaborazione con Collection Pinault, è visitabile fino al 23 luglio 2023 e verrà successivamente portata negli spazi della Collection Pinault, alla Bourse de Commerce di Parigi da settembre 2023 a febbraio 2024. 

Articoli correlati