L’idea incisa: torna a Roma la matrice della “Strage degli innocenti” di Raffaello

L’Istituto Centrale per la Grafica espone, per la prima volta dopo un lungo restauro, la matrice incisa da Marcantonio Raimondi nel '500

I visitatori possono ammirare, fino al 19 marzo, la lastra tratta da alcuni disegni di Raffaello e conservata presso i Musei Civici di Pavia. Inoltre, hanno l’occasione di fare un confronto tra la qualità della composizione iniziale, testimoniata dall’ esemplare a stampa coevo della matrice (conservato in Istituto nel Fondo Corsini), e la povertà dei segni residui che si osservano sia nella stampa (custodita nel Fondo Nazionale, proveniente dal collezionista Nicola Pio prima del 1724) e sia nella stampa cosiddetta ‘’di documentazione’’ eseguita in occasione del restauro. In esposizione vi è anche l’esemplare a stampa della versione denominata senza felcetta, cioè senza l’albero a destra, di paternità controversa ma di qualità tecnica elevata.
La decisione di studiare e restaurare la matrice è nata nel 2019, quando quest’ultima, in cattive condizioni di conservazione, fu esposta a Urbino in occasione del convegno su Marcantonio Raimondi “incisore di Raffaello” e fu concordato con l’Istituto, il progetto di risanamento, eseguito presso il Laboratorio Diagnostico per le Matrici.

Dopo tre anni, la matrice è tornata Roma, grazie all’impegno di tutti gli enti coinvolti: i Musei Civici di Pavia, che hanno prestato l’opera, la Fondazione Paola Droghetti Onlus che ha finanziato e promosso l’evento espositivo e la pubblicazione del volume che racconta il restauro e dà il titolo alla mostra, e l’Istituto centrale per la grafica che ospita nelle sue sale il risultato finale del progetto, insieme ad alcune stampe dalle proprie collezioni. Marcantonio Raimondi, primo incisore delle opere di Raffaello, ha contribuito in questo modo alla diffusione delle opere del maestro del Rinascimento e ha dimostrato che l’incisione permette la moltiplicazione dell’Idea e la sua fruizione, non solo tra un gruppo ristretto e specifico, ma anche presso un pubblico ampio e generalista.

Il rame inciso a bulino da Raimondi ha prodotto un’immagine definita “cosa rara” da Vasari, tanto da essere stampato fino alla consunzione dei segni. Le continue tirature della matrice hanno determinato nel tempo la sparizione delle ombreggiature più delicate a vantaggio dei contorni marcati. Grande è stata l’affluenza il 2 marzo, giorno dell’inaugurazione della mostra e della presentazione del volume “L’idea incisa”, che racconta la storia e il processo di restauro della matrice. L’evento espositivo e la pubblicazione del volume sono stati promossi e finanziati dalla Fondazione Paola Droghetti onlus.