Addio Piero Gilardi, se ne va l’artista che ha posto al centro la relazione tra uomo e natura

Non era solo un artista, ma anche un attivista, un critico, un teorico. Se ne va un grande interprete delle sfide dell'attualità

È morto il 5 marzo all’età di 80 anni Piero Gilardi, uno degli artisti italiani più noti a livello internazionale tra quelli della sua generazione. Ha saputo interpretare alcuni cambiamenti epocali che hanno investito la società a partire dagli anni Sessanta.     

Gilardi non era un artista, ma anche un attivista, un critico, un teorico, che nel corso della sua vita ha posto al centro della sua ricerca la relazione tra uomo e natura, con uno sguardo profondamente calato nella società.

Gilardi nasce il 3 agosto del 1942 a Torino, dove ha sempre vissuto e lavorato. È del 1963 la prima mostra personale “Macchine per il futuro”. Due anni più tardi realizza le prime opere in poliuretano espanso, i Tappeti-natura che espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. Dal 1968 interrompe la produzione di opere per partecipare all’elaborazione delle nuove tendenze artistiche della fine degli anni ’60: Arte Povera, Land Art, Antiform Art. Collabora alla realizzazione delle prime due rassegne internazionali delle nuove tendenze allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alla Kunsthalle di Berna.    

Nel 1969 comincia una lunga esperienza transculturale diretta all’analisi teorica e alla pratica della congiunzione Arte Vita. Come militante politico e animatore della cultura giovanile conduce svariate esperienze di creatività collettiva nelle periferie urbane e “mondiali”: Nicaragua, Riserve Indiane negli Usa e Africa. Dall’inizio degli anni 80, Gilardi si afferma a livello internazionale con le installazioni interattive concepite nel segno di un’arte “relazionale”, motore di trasformazioni sociali.

Nel 1981 riprende l’attività nel mondo artistico, esponendo in gallerie delle installazioni accompagnate da workshops creativi con il pubblico. Negli anni ’90 sviluppa una serie di installazioni interattive multimediali con una intensa attività internazionale.

Nel corso degli anni ’90 ha sviluppato una serie di installazioni interattive multimediali con una intensa attività internazionale. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski, ha costituito l’associazione  internazionale Ars Technica. In qualità di responsabile della sezione italiana di Ars Technica ha promosso a Torino le mostre internazionali “Arslab. Metodi ed Emozioni” (1992), “Arslab. I Sensi del Virtuale” (1995), “Arslab. I labirinti del corpo in gioco” (1999).

Ha ideato il progetto del Pav- Parco Arte Vivente, che si è aperto a Torino nel 2008, nel quale si compendiano tutte le sue esperienze relative alla dialettica Natura/Arte.

Nel 2017 il Maxxi di Roma ha dedicato a lui una mostra che ripercorreva cinquant’anni di attività dell’artista torinese: dalle composizioni in poliuretano espanso, create negli anni Sessanta, i celebri Tappeti Natura, alle installazioni interattive concepite sin dall’inizio degli anni Ottanta nel segno di un’arte “relazionale”, motore di trasformazioni sociali. Un invito a entrare in contatto con il lavoro dell’artista e con la sua visione critica della civiltà dei consumi e a riflettere sulle grandi sfide dell’era contemporanea, dai temi ecologici alla biopolitica, dall’etica alla sostenibilità, alle nuove tecnologie.
Sfide che sei anni dopo quella rassegna sono ancora attuali.