Non è ancora aperta ed è già sold out. La grande retrospettiva di Johannes Vermeer in programma al Rijksmuseum il prossimo 10 febbraio ha venduto oltre 100.000 biglietti. Per la prima volta, la mostra accoglie il più grande numero di dipinti dell’artista mai avuti, 28 opere ottenute grazie a prestiti eccezionali dai più importanti musei al mondo.
In parallelo il Rijksmuseum presenta l’esperienza digitale Closer to Johannes Vermeer, disponibile gratuitamente per chi non può andare ad Amsterdam. Stephen Fry e Joy Delima guidano i visitatori online alla scoperta del lavoro e della vita dell’artista. Per la prima volta i visitatori potranno ingrandire le più piccole particelle di pigmento con dettagli nitidissimi attraverso fotografie ad altissima risoluzione di alcuni dipinti di Vermeer.
Il direttore del Rijksmuseum Taco Dibbits, ha dichiarato: «Vedere tutte le opere insieme sarà un’esperienza che nemmeno Vermeer visse mai. La fragilità dei dipinti, insieme alla crescente concorrenza tra i musei per i prestiti, rende quasi certo che una mostra su questa scala non si ripeterà». Finora la maggior mostra sul maestro olandese è quella che si tenne al Mauritshuis dell’Aia nel 1996, con 23 opere. L’idea per la mostra su Vermeer è nata quando i curatori del Rijksmuseum hanno intuito che poteva esserci l’opportunità di prendere in prestito le tre opere dell’artista conservate alla Frick Collection di New York che normalmente non presta facilmente le opere della sua collezione. Ora è in ristrutturazione e le opere avrebbero dovuto comunque essere rimosse. L’autorizzazione quindi alla fine è stata concessa. Grazie a questa collaborazione, l’esposizione mostrerà i capolavori di Vermeer, tra cui La ragazza con l’orecchino di perla e La donna che legge una lettera davanti alla finestra, da poco restaurato dalla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, il Geografo dallo Städel Museum di Francoforte, la Donna che scrive una lettera alla presenza della sua domestica dalla National Gallery of Ireland di Dublino, la Pesatrice di perle dalla National Gallery of Art di Washington, il Bicchiere di Vino dalla Gemäldegalerie di Berlino, la Suonatrice di liuto dal Metropolitan Museum e la Merlettaia dal Louvre.
La mostra sarà poi accompagnata dalla presentazione di una serie di studi e ricerche sui quadri di Vermeer e, naturalmente, sarà possibile vedere i quattro capolavori in possesso del Rijksmuseum: la Lattaia, la Stradina, la Donna in azzurro che legge una lettera e la Lettera d’amore.
Le moderne tecniche di scansione hanno accelerato la ricerca su Vermeer negli ultimi decenni. Un team di curatori, conservatori e ricercatori del Rijksmuseum ha collaborato a stretto contatto con i colleghi del Mauritshuis de L’Aia e dell’Università di Anversa per condurre nuove ricerche. Per esempio le recenti ricerche su La lattaia hanno portato alla luce due oggetti presenti sulla tela: una brocca e un braciere che Vermeer ha successivamente ricoperto. Attraverso una tecnologia simile, si è scoperto che anche in altri dipinti vi erano ripensamenti come nella Pesatrice di perle della National Gallery di Washington. La convinzione che Vermeer dipingesse lentamente e con grande riflessione deve quindi essere rivista. I risultati finali possono apparire quindi introspettivi e contemplativi, ma il suo metodo di lavoro era virtuosistico e rigoroso. Gregor J.M. Weber, responsabile Belle Arti del Rijksmuseum e co-curatore della mostra, ha dichiarato: «La tecnica pittorica di Vermeer è sempre stata avvolta nel mistero. Come creava questo miracolo di luce e colore? Grazie alla scoperta di un primo schizzo in vernice nera, riusciamo ora a farci un’dea molto più completa del suo metodo di lavoro».