Meraviglie su pietra in mostra a Galleria Borghese

Opere di pittura su pietra che hanno caratterizzato il gusto di due secoli, sfidano il tempo, tra colori intensi e sfumature naturali

Un percorso di “meraviglia” e stupore accompagna il visitatore nella mostra, Meraviglia senza tempo. Pittura su pietra a Roma tra Cinquecento e Seicento, visitabile fino al 29 gennaio, presso la Galleria Borghese. Pittura a olio su pietra, una tecnica antica ed elaborata nuovamente da Sebastiano del Piombo. Oggetti di pregio, più durevoli delle tele, alcuni esempi sono già presenti nella collezione di Scipione Borghese e si collocano in un percorso di ricerca rispetto al tema della Natura e del Paesaggio. Più di sessanta opere provenienti da importanti collezioni private e pubbliche, italiane e straniere, di cui ha coordinato i prestiti Costanza Molini.
Un senso di forza e immortalità accompagna queste opere longeve che non temono il tempo e ci stupiscono con i loro colori vivi e brillanti, preziosi monili, raffinati e intrinsecamente primordiali. L’aspirazione di alcune immagini dipinte su pietra reca il messaggio di voluta immortalità del soggetto, come per esempio il magnifico ritratto di Filippo Strozzi del 1550, in olio su marmo africano rosso e nero, di Francesco Salviati. Dall’inizio del Seicento la scelta di usare pietre endogene o metamorfiche, come supporto alla pittura, capaci ambiziosamente di vincere il tempo, viene subordinato dall’interesse di evocare il personaggio e la costruzione della sua immagine. Spesso a questo tipo di opere veniva anche attribuito un significato devozionale, come se queste fossero talismani con poteri magici e protettivi rispetto ai mali fisici e spirituali. 

«Paesaggio con il sacrificio di Isacco» (inizio del XVII secolo), commesso di pietre dure della bottega di Cosimo e Giovanni Castrucci, Roma, Galleria Borghese

L’Adorazione dei Magi, in alabastro, di Antonio Tempesta o la Madonna con il Bambino e San Francesco, di Antonio Carracci raccontano l’ incorruttibilità della devozione. La mostra è divisa in otto sezioni, tra le quali troviamo quella su pietra nera: la lavagna o la pietra di paragone vengono usate come supporto per l’ambientazione di scene notturne che fanno risaltare colori dorati o rossastri. Altra sezione interessante è quella dedicata alla pietre preziose e colorate come la pietra paesina o i lapislazzuli, usati per il mare e il cielo, fanno interagire la pittura direttamente con pietra donando degli effetti decorativi stupefacenti. Antonio Tempesta si contraddistingue per la maestria nel trasformare la pietra paesina in  marine, edifici o paesaggi, la natura stessa diventa creativa e partecipa da autrice all’opera.

Jacques Stella, Riposo durante la fuga in Egitto, olio su lapislazzulo e lavagna, rivestito di lavagna. Pajelu Collection I Courtesy Galleria Borghese


Francesca Cappelletti e Patrizia Cavazzini sono le curatrici della mostra e della pubblicazione “Alla ricerca dell’eternità. Dipingere sulla pietra e con la pietra a Roma. Itinerari” che arricchisce il percorso espositivo aggiungendo siti romani che costudiscono pale dipinte su pietra di valente effetto cromatico. Queste pratiche dunque erano molto diffuse in quegli anni a Roma e Meraviglia senza tempo si fa testimone di questa “eterna” virtuosa bellezza.

info: galleriaborghese.it

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