Open studio per Alessandro Sansoni, creatore della Blisterart, che mette a disposizione il suo atelier per l’intera giornata del 27 gennaio. Un’occasione per esplorare il lavoro dell’artista e vederlo all’opera nel suo studio insieme ai suoi assistenti.
La Blisterart nasce come reazione ad una malattia dell’artista e alla conseguente necessità di assumere giornalmente pillole: «Tutto inizia – aveva già raccontato in un suo intervento su Inside Art – quattro o forse più anni fa quando vengo catapultato in ospedale. Il motivo è semplice, sto avendo un infarto. Dopo aver superato perlomeno fisicamente quest’esperienza abbastanza forte, rientro nella vita normale di tutti giorni. Ma qualcosa è cambiato nei ritmi della mia vita quotidiana: devo ogni giorno prendere diverse medicine. Quindi comincio ad accumulare diversi blister, i contenitori in plastica di pillole, il che mi fa pensare a come poter volgere e trasformare in qualcosa di creativo questa brutta esperienza», spiega Sansoni. «Poi ci fu la pandemia. Il mondo si fermò. La malattia, il contagio, la morte divennero i temi più celebrati del mondo. Quel pezzo di plastica, il blister, quel “contenitore “ divenne un’icona, un archetipo, un elemento tra i tanti dell’inconscio collettivo. Vi si rappresentava non solo la fragilità dell’essere umano, ma anche la speranza per il superamento della “grande paura”».
Accumulare i blister e utilizzarli come veri e propri supporti materici è, oltre a un esorcismo privato, un’idea di recupero che si inserisce in un flusso storico-artistico che con sensibilità va a toccare un problema costantemente attuale e mai passato. Toccando temi come il plastic recycle che ha contribuito ad accrescere il lavoro in un’ottica etica e ambientalista, riflettendo sulla reale sostenibilità economica e ambientale dei farmaci, il diritto alla salute e il potere dell’industria farmaceutica.
L’atelier si trova in Viale Tor di quinto 39 a Roma.