Il Dito medio di Cattelan imbrattato dagli ambientalisti a Milano

Il gruppo ecologista Ultima Generazione ha colpito ancora, questa volta nel mirino l'opera L.O.V.E. di Cattelan, in Piazza Affari

Alcuni giovani attivisti di Ultima Generazione hanno imbrattato a Milano, in Piazza Affari, la celebre scultura di Maurizio Cattelan, L.O.V.E. più comunemente nota come Il Dito. Senza opporre resistenza, sono stati poi accompagnati in Questura dalla Polizia di Stato intervenuta sul posto.

“Stop sussidi fossili”. Oltre il gesto, il messaggio. Gli ambientalisti continuano la loro linea attivista, continuando a “colpire” luoghi e opere al centro dell’attenzione mediatica per ribadire l’urgenza politica di un cambio di rotta. Dopo aver colpito la statua di Cattelan, nata anch’essa per prima come provocazione, i ragazzi si sono seduti per terra, davanti ad essa. L’azione non violenta ha colpito la base di un monumento che simboleggia una provocazione e un monito contro lo strapotere finanziario: «Proprio nella settimana in cui in Germania si tenta di sgomberare il villaggio di Lutzerath per espandere una miniera di carbone della multinazionale tedesca Rwe finanziata anche da Intesa San Paolo e Unicredit, Ultima Generazione vuole richiamare l’attenzione su come le scelte dei decisori politici e finanziari siano ancora lontane da un’ottica di sostenibilità e da una giusta visione di futuro», spiegano i membri di Ultima Generazione. «Quando capisci che la tua auto sta andando a schiantarsi e chi è alla guida non se ne sta preoccupando a un certo punto ti attivi. Arriva il momento in cui ognuno a bordo deve assumersi la responsabilità del futuro di tutti e noi stiamo vivendo questo punto di rottura».
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha commentato in un’intervista: «Abbiamo un tavolo aperto con il ministro Nordio per una riflessione sulla necessità di interventi normativi che, sia con strumenti penali che di sicurezza, possano tenere conto di queste situazioni che ultimamente si sono affacciate nella nostra realtà. Sarà quello il luogo dove faremo le giuste considerazioni».

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