L’Istituto centrale per la grafica festeggia il centenario di Guido Strazza

Per il centesimo compleanno dell'artista, il museo gli dedica una mostra e stampa una cartella di incisioni di matrici originali

Guido Strazza, pittore e incisore italiano la cui opera ha percorso tutto il Novecento e parte di questo secolo, compierà il suo centesimo anno di vita il prossimo 21 dicembre. Per questa occasione, l’Istituto centrale per la grafica gli ha reso omaggio stampando una cartella di incisioni tratte da una selezione di matrici originali del Maestro presenti nelle collezioni dell’Istituto. Alla presentazione della cartella, avvenuta il 16 dicembre nelle sale del Palazzo della Calcografia, a cui ha preso parte anche il maestro Strazza, è seguita l’inaugurazione della mostra Strazza /Cento, curata da Luisa De Marinis, Ilaria Fiumi Sermattei, Giorgio Marini, allestita nelle sale del Palazzo stesso e aperta al pubblico fino al 23 febbraio 2023.

Photo Daniela Zedda

Nelle tre sale espositive sono in mostra, oltre alle matrici e i fogli prodotti per la cartella, circa 60 incisioni realizzate da Strazza tra  il il 1974 e il 2015, tra fogli e libri d’artista, in parte risalenti al periodo del suo insegnamento presso la Calcografia Nazionale. Una ricca varietà di tecniche, tra acquaforte, acquatinta, maniera nera, bulino puntasecca, spesso mescolate, si raccordano con i temi del gesto e del segno a lui cari, come Orizzonti olandesiTrame quadrangolari, Segni di Roma, ad illustrare la produzione grafica dell’artista conservata nelle collezioni dell’Istituto.

Il progetto di stampa nasce da un’idea della Direttrice Maura Picciau con il duplice obiettivo di onorare la figura di Strazza e di valorizzare il corposo fondo da lui donato all’Istituto, nel 2003 e nel 2015, costituito da oltre 1.300 opere tra stampe e matrici. Di questa collezione, hanno affermato le curatrici nel corso della presentazione, sono stati esposti in mostra i formati più grandi, poiché alcuni linguaggi espressivi danno il loro meglio sulla grande dimensione, oltre a essere quelli meno ammirati dal pubblico, in quanto destinati principalmente alle istituzioni. L’incisore lavora in serie, vi è una ripetizione dello stesso tema, riproposto in diverse e nuove combinazioni tecniche, il quale è solo un mezzo, un’occasione che l’artista utilizza per studiare e sperimentare.

Archi, 1988, ceramolle, bulino e puntasecca

Rigore, indagine attenta e creazione sono l’anima della ricerca artistica di Strazza. Ritroviamo questi elementi non solo nelle incisioni, ma anche nella pittura, primo interesse dell’artista. Esso infatti si è avvicinato alla pittura in giovane età, entrando a far parte del circolo dei Futuristi italiani ed esponendo in varie mostre di aereopittura con l’amico Marinetti. La passione per la grafica nasce in lui nel 1964, anno in cui inizia il luogo rapporto con la Calcografia Nazionale, grazie alla quale sperimenta oltre alla calcografia, anche la litografia. Infatti, in quel periodo l’artista si stabilisce definitivamente a Roma, dopo aver compiuto numerosi viaggi sia in Italia che all’estero. 

Nel 1974 Carlo Bertelli, direttore dell’Istituto di Calcografia Nazionale, lo chiama per proporre un programma didattico dedicato all’incisione. Egli imposta e dirige un gruppo di ricerca sul segno, lavorando appassionatamente fianco a fianco con gli studenti per tre anni, scandagliando i rami storici, studiando e sperimentando il contemporaneo, fino ad arrivare alla elaborazione di un metodo innovativo di insegnamento dell’incisione che farà scuola, e i cui risultati sono stati pubblicati nel volume “Il Gesto e il Segno”, edito da Scheiwiller a Milano nel 1979 e presentato a Roma presso l’Accademia di San Luca, dallo stesso Bertelli. L’attitudine di Strazza, il suo atteggiamento, è sempre stato quella di lavorare accanto ai suoi allievi. Il maestro paragona il proprio lavoro a una cucina, un luogo in cui si sperimenta, un laboratorio in cui si trasforma la materia, e questo è un aspetto importante del suo approccio all’incisione. Claudio Zambianchi, durante la presentazione della cartella, sottolinea come Strazza abbia avuto come allievi l’attuale generazione di incisori, romani e non solo.
La cartella è contenuta in una preziosa scatola in cui sono presenti le 6 incisioni di Strazza e la poesia A la Mano, del poeta andaluso Rafael Alberti. I testi della cartella sono stati composti a mano con caratteri mobili Narciso originali. 

Segni di Roma – Colonne, 1988. Puntasecca, acquaforte e acquatinta

Accompagnano le immagini, oltre alla presentazione della Direttrice, i testi critici di Carlo Bertelli, storico Direttore dell’Istituto della grafica negli anni Settanta, e Claudio Zambianchi, professore della Sapienza Università di Roma. Alberti, Bertelli e Zambianchi: tre figure importanti nell’universo artistico di Guido Strazza, compagni di viaggio nel lungo percorso, tecnico e poetico, da lui compiuto nel mondo dell’incisione. La realizzazione della cartella è stata curata da Luisa De Marinis e Giorgio Marini, storici dell’arte dell’Istituto, con gli stampatori Fabio Ascenzi e Matteo Maria Borsoi.

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