Quello che resta, dopo il botto. Zerocalcare alla Fabbrica del Vapore

Tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni, più un’opera site specific. La mostra racconta la crisi sociale all'indomani della pandemia

dopo il botto, Fabbrica del Vapore, Milano, 2022. Courtesy Zerocalcare

Ha inaugurato il 17 dicembre dopo il botto alla Fabbrica del Vapore a Milano. La mostra ideata da Silvia Barbagallo e curata da Giulia Ferracci, è dedicata all’opera dell’ormai iconico Zerocalcare, al secolo Michele Rech.
Dopo il grande successo riscosso dalla serie Netflix, il fumettista di Rebibbia è protagonista di una grande mostra personale che vede esposte oltre 500 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni, più un’opera site specific. L’allestimento racconta la frammentazione sociale all’indomani della pandemia, con l’accento posto sull’aumentare progressivo delle paure umane in un periodo di estrema crisi globale. Le profonde e toccanti vignette rappresentano le difficoltà sociali, politiche ed emotive in cui chiunque può ritrovare il proprio contrappunto interiore.
Il talento dell’artista, infatti, è proprio quello di riuscire a individuare e comunicare il linguaggio delle ultime generazioni. Se da un lato l’esposizione vuole mostrare il forte individualismo che contraddistingue la nostra società, presentando personaggi unici e dettagliati nelle loro sfaccettature, dall’altro vuole anche ricordarci che è possibile fare «un pezzo di strada insieme», ricercando nella coesione sociale e nella resistenza politica il mezzo per uscire dalla crisi.

dopo il botto, Fabbrica del Vapore, Milano, 2022. Courtesy Zerocalcare

L’allestimento permette allo spettatore di trovarsi immerso in una città surreale, post-apocalittica, aprendosi con una strada circondata dai palazzi disegnati dall’autore, con le facciate distrutte, colpite da un cataclisma planetario, che ci invita a riflettere sul nostro impatto nella società. Le porte tombate – da cui si intravedono sguardi spaventati di chi cerca una via di fuga – non possono che portare la mente alla vita durante la pandemia, insieme a opere che raccontano altre forme di resistenza, quella del popolo curdo, ad esempio, tema caro a Zerocalcare, le proteste dei lavoratori, fino a quelle del movimento femminista. «Dopo quattro anni, vari nuovi libri, una serie televisiva di successo torna a Milano una nuova grande mostra di Zerocalcare – spiega Silvia Barbagallo – che come sempre ci porta ad alzare lo sguardo e a riconoscere tutta quella rete di rivolta, di speranza che non si spegne e che vale la pena di riconoscere e tenere viva».

Michele Rech, aka Zerocalcare

«Il meteorite non sta cadendo. È caduto. – dichiara Zerocalcare – Il covid ci ha dato la possibilità di ripensare la società, di tirare fuori uno spirito diverso, più attento agli altri e alla collettività ma non è accaduto. La mostra riflette anche su questo, guardando i lavori che sono stati realizzati a servizio delle lotte e delle vertenze collettive degli ultimi 20 anni fino ad oggi, si può scorgere un pezzo – parziale ma significativo – di quelle tensioni che attraversano le strade di questo paese».


«Il talento critico e artistico di Zerocalcare si esprime con il linguaggio immediato e diretto del fumetto e del cartone animato, che sono una vera e propria arte in grado di rappresentare un affresco estremamente efficace della società contemporanea – afferma l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – Zerocalcare ha infatti dato vita a un eroe quotidiano, vittima delle relazioni sempre più difficili che legano il singolo alle dinamiche collettive della società. Un eroe nel quale si riconoscono giovani e meno giovani, e in particolare tutti coloro che, di fronte a una realtà a volte drammatica, a volte difficile, a volte solamente assurda, attivano la loro capacità di resistenza umana e civile grazie all’intelligenza e all’ironia. Questa mostra è per loro».