Hyperobjects. Capitolo II: da FuturDome il progetto visionario della designer Gaia Lazzaro

Il secondo capitolo del progetto presenta la nuova collezione dedicata all’investigazione della dicotomia tra micro e macrocosmo

Quando Timothy Morton scrive di «iperoggetti» fa riferimento a delle entità di una tale dimensione spaziale e temporale da incrinare la nostra stessa idea di cosa un «oggetto» sia. «Viscosi» e «non-locali», gli iperoggetti si appicciano alle nostre vite evocando una dimensione inquietante: comprenderne il funzionamento è il primo passo per ammettere la fine dell’Antropocene. È da questo assunto filosofico che la jewel designer Gaia Lazzaro, realizza una collezione di gioielli, tutti in argento 925, stampati in 3D che nascono da algoritmi di fenomeni naturali successivamente lavorati dall’artista su un programma di design computazionale, ispirandosi proprio al pensiero di Timothy Morton, Donna Haraway e l’universo della Cyborg Art in generale.
Nella cornice di Palazzo Liberty, a Milano – un tempo luogo di ritrovo e dibattito dei Futuristi e oggi sede di FuturDome, museo indipendente dedicato all’arte contemporanea – la sera del 16 dicembre viene presentato HYPEROBJECTS: CHAPTER II, secondo episodio del neofita progetto della designer HYPEROBJECTS. L’evento, a cura della direttrice creativa del brand e visual artist Roxy Ceron, lancia la nuova collezione e coinvolge artisti internazionali chiamati a rispondere alla visione del brand con l’obiettivo di stimolare soluzioni alternative alle urgenze dell’odierna crisi ambientale e socioculturale. Per l’occasione, il duo polacco Inside Job formato da Ula Lucińska e Michał Knychaus espone due portali gemelli in dialogo diretto con gli Hyperobjects, e l’artista e musicista VISIO (Nicola Tirabasso) presenta il suo EP Privacy Angels, accompagnato dal violoncellista londinese HforSpirit (Henry Edward Martyn Bennett). 

HYPEROBJECTS CHAPTER II, La tana di Nettuno, 2022. Credit Roxy Ceron

Con l’obiettivo di riconnettere l’uomo alla natura e rimodulare questa presenza secolare e ingombrante nel mondo in una visione post-antropocentrica, il secondo capitolo del progetto presenta la nuova collezione dedicata all’investigazione della dicotomia tra il micro e il macrocosmo. In particolare, la ricerca si concentra sul rapporto tra la fluidità delle forme biomorfiche esistenti in natura in contrapposizione alla rigidità delle architetture molecolari, costitute da reticoli geometrici invisibili. Attraverso un processo creativo di design computazionale, HYPEROBJECTS crea una sintesi tra le due e apre la possibilità di una sperimentazione creativo/tecnologica profondamente connessa alla natura e alle sue geometriche strutture primordiali con l’intento di rendere visibile all’occhio umano il contrasto tra la l’essere organico e le sue architetture strutturali. 

La ricerca di Inside Job si concentra sul processo di costruzione delle identità in contesti che generano cambiamenti tanto dinamici quanto radicali radicali come la crisi climatica, l’accelerazionismo tecnologico, i mutamenti politici e la costante e apparentemente irrefrenabile ansia per un futuro sconosciuto. Molti dei loro progetti rimandano a scenari futuristici e post-apocalittici i quali, attraverso una pratica multimediale, portano alla creazione di ambienti specifici e stratificati. In occasione di HYPEROBJECTS: CHAPTER II Inside Job espone due portali gemelli intitolati Get down, get down little Henry Lee and stay all night with me, un’occasione per volgere lo sguarda verso un altro mondo possibile. 

HYPEROBJECTS CHAPTER II, 2022. Credit Roxy Ceron

Attraverso l’EP Privacy Angels, invece, VISIO (aka Nicola Tirabasso), musicista e artista multidisciplinare con sede a Londra, trasporta il pubblico in un mondo magico che si estende all’interno di alcuni nodi remoti dell’universo digitale, in cui la dimensione spirituale sussiste a quella meccanica. Il contrasto tra i due elementi non porta all’annientamento reciproco, piuttosto permette la nascita di nuove forme di vita, ambigue e inquietanti forme di bellezza, come fiori che spuntano dalla trasmissione di dati. L’artista attraverso la sua produzione sonora racconta la dimensione in cui si è ritrovato in uno dei suoi ritiri nei Monti Sibillini nelle Marche: una sorta di eremo forzato dalla pandemia le cui idilliache premesse erano costantemente sbilanciate e contaminate dall’imperante presenza del mondo digitale. 

Photo courtesy FuturDome

HYPEROBJECTS: CHAPTER II
16 dicembre 2022 dalle 18:00 alle 22:00
C\O FuturDome – via Giovanni Paisiello 6, Milano
info: hyperobjects-official.com