Pino Pascali a Villa d’Este: il “teatro del mondo” tra gioco e natura

Nella dimora tiburtina, un dialogo tra stratificazione culturale e ironia, mette in scena nuovamente le opere del grande artista

Dal 7 dicembre l’istituto Villa Adriana e Villa d’Este – VILLÆ presenterà al pubblico il progetto inedito Theatra Mundi: Pino Pascali, presso Villa d’Este a Tivoli, curato da Andrea Bruciati in collaborazione con La Galleria Nazionale di Roma e l’Archivio dell’Opera Grafica di Pino Pascali di Firenze. In un percorso di sei sale, le opere dell’artista pugliese si articolano in un intenso dialogo con il genius loci della Villa: il percorso, elaborato da un preparato comitato scientifico, prova a interrogare le radici del sito e ne identifica i tratti peculiari riscontrabili anche nell’opera di Pascali. In questa ricerca, due eventi sono risultati salienti per sostenere tale legame: nel 1956 l’artista, appena trasferitosi a Roma e iscrittosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, partecipa alla collettiva per giovani artisti Mostra di pittura dell’Istituto Tommaseo di Tivoli e nel 2007 due opere, Bachi da setola e Fiume con foce tripla, vengono esposte proprio a Villa d’Este nella mostra in collaborazione con La Galleria Nazionale dal titolo ’50 – ’60 la scultura in Italia. Questi due eventi segnano quasi i prodromi dell’attuale progetto e ne sottolineano due tratti fondamentali. Il primo, che Bruciati ha definito più volte fondamentale, è il tema della collaborazione tra enti: insieme a tanti altri, La Galleria Nazionale di Roma è entrata nella pianificazione di questa mostra prestando all’esposizione tre opere, tra le quali Botole ovvero lavori in corso del 1967.

Pino Pascali, Botole ovvero lavori in corso, 1967

L’altro aspetto peculiare del progetto che ha sottolineato il curatore è il ritorno alla provincia. Pratica tipica degli anni ’50 e ’60, l’uscire fuori dai grandi centri urbani e considerati propulsori dell’arte era parte del percorso di affermazione di un’artista, che cercava una sorta di certificazione della sua carriera anche in ambito provinciale (si pensi ai numerosi premi d’arte di spicco che si svolgevano ad Arezzo, Francavilla al Mare ecc.). Muoversi come gli artisti facevano all’epoca, con una sorta di modalità distributiva sul territorio, diventa un emblema della mostra Theatra Mundi: Pino Pascali. 

Questo titolo inoltre raccoglie il tema forse principale del rapporto tra Villa d’Este e l’arte di Pino Pascali. Anche grazie all’importante rapporto con Toti Scialoja, suo docente di scenotecnica all’Accademia e artista poliedrico caratterizzante del panorama culturale del secondo Novecento, Pascali nelle sue opere ricerca e riprende la teatralità, il gioco e l’ironia della finzione scenica. Villa d’Este è un giardino verticale, un insieme di palcoscenici, come lo sono state le mostre dell’artista: veri e propri nuovi mondi, come delle Wunderkammer contemporanee. Nuovi mondi derivati da un lato da una riformulazione dell’universo di ascendenza futurista, dall’altro da una sensibilità forte e irruenta, tanto da costruirgli intorno la fama di “ragazzo terribile”. Lo scopo di Theatra Mundi: Pino Pascali non è quello di inserire il lavoro dell’artista in un ambiente neutro: la ricerca punta a mettere in luce le stratificazioni culturali della Villa e delle opere, facendole dialogare. Il continuo rimando all’antico, nelle opere dell’artista, dà forma e contenuto a quella riformulazione dell’universo che non appare acritica, ma densa di miti e archetipi mediterranei, “riattualizzando la koinè culturale” come in Attrezzi agricoli del 1968.

Pino Pascali, Attrezzi agricoli, 1968

Quest’opera ci suggerisce anche un altro punto di contatto con il sito e un tratto peculiare della produzione di Pascali: lo stretto legame con la natura. Come si nota anche nei titoli delle opere, essa è giocosa e ironica, quasi irriverente, in cui l’elemento ricorrente è l’acqua. Paesaggio pensato e riformulato dal genio, incarnato dalla storia e dalla conformazione di Villa d’Este che avvicina quel genio al genius loci. Sia nelle opere che nel sito, vige una “natura naturata”, l’assenza di un confine tra l’artificiale e il naturale che permette un viaggio diacronico e ludico.

Pino Pascali, Il dinosauro riposa, 1966

In attesa che la mostra apra al pubblico, si delinea così un rapporto velato ma molto stretto tra l’artista e la Villa, in un’operazione di contaminazione coraggiosa che mette in scena l’irriverente mondo di Pascali. 

Theatra Mundi: Pino Pascali
a cura di Andrea Bruciati
7 dicembre – 7 maggio 2023
Villa d’Este – Piazza Trento 5, Tivoli
info: https://villae.cultura.gov.it/